Il Titan disperso: quando la fruizione del patrimonio culturale subacqueo costa la vita

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La prua del Titanic (Foto: Wikipedia).

Domenica mattina, un equipaggio composto da cinque persone si è immerso a bordo del sommergibile Titan con l’obiettivo di visitare il relitto del Titanic, inserito tra i siti UNESCO nel 2012. Purtroppo, dopo circa un’ora e 45 minuti, l’equipaggio ha perso ogni contatto con la superficie. Secondo le stime, l’ossigeno all’interno del sommergibile si esaurirà entro la mattinata di oggi.

La Guardia Costiera non ha pubblicato i nomi delle persone che si trovano abordo, mentre la CBS News ha confermato la presenza di Hamish Harding, miliardario britannico ed esploratore di 59 anni; l’uomo d’affari britannico-pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman; l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet e Stockton Rush, amministratore delegato di OceanGate Expeditions.

Il sommergibile appartiene alla OceanGate Expeditions, un’azienda specializzata nell’utilizzo di sottomarini per l’esplorazione delle profondità marine. Il Titan è lungo poco meno di sette metri, ha un peso totale di 10.432 kg ed è realizzato con fibra di carbonio aerospaziale, titanio e fibra di vetro. Comandato da un controller per videogiochi, con una finestra panoramica e un display digitale, offriva l’opportunità di esplorare il relitto RMS Titanic come “Citizen Explorer”, ad un costo di 250.000 dollari a persona. In passato, alcuni dipendenti della OceanGate Expeditions, poi licenziati, ne avevano denunciato la scarsa sicurezza.

Il relitto del Titanic è protetto dalla Convenzione UNESCO del 2001, dal Diritto del mare e da altre leggi nazionali e internazionali. Per condurre ricerche, esplorazioni, recuperi o altre attività che incoraggino l’accesso al pubblico, sono richieste autorizzazioni specifiche. Mentre i soccorritori si affrettano per trovare una soluzione a questa drammatica situazione, sorgono ulteriori riflessioni sull’elevato costo che i visitatori hanno affrontato per usufruire del servizio, rivelatosi poi poco sicuro, e sull’immenso rischio che comporta offrire questo tipo di esplorazione del patrimonio culturale subacqueo.

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