L’Università di Munster restituisce alla Grecia un frammento di capitello

Lo scorso 10 ottobre, a Olimpia in Grecia, si è celebrato il rimpatrio da Münster, in Germania, di un frammento di capitello ionico. L’oggetto, in pietra calcarea con tracce del rivestimento originario e dalle dimensioni massime di 24 cm in altezza e 33,5 cm in larghezza, era stato sottratto al Leonidaion dell’antica Olimpia negli anni Sessanta del secolo scorso.
La struttura, che prende il nome dal donatore Leonide di Nasso, si trova nella parte sud-occidentale del santuario di Olimpia, di cui costituiva l’edificio più grande. Risalente alla seconda metà del IV secolo a.C., aveva la funzione di alloggio per i visitatori illustri del santuario.
La restituzione del frammento di colonna è stata possibile grazie all’iniziativa di una cittadina tedesca che, dopo averlo sottratto negli anni Sessanta durante una visita al sito e averlo conservato per oltre cinquant’anni, ha deciso di consegnarlo all’Università di Münster affinché fosse restituito correttamente al Paese d’origine.
L’università tedesca si è dimostrata particolarmente attiva negli ultimi anni nel campo delle restituzioni alla Grecia: nel 2019 ha riconsegnato uno skyphos appartenuto a un campione olimpico dei primi Giochi olimpici dell’età moderna (1896), e nel 2024 una testa maschile in marmo di epoca romana proveniente da un cimitero di Salonicco, oggi esposta al Museo Archeologico della stessa città.
Merita menzione la dichiarazione di Torben Schreiber, curatore del Museo Archeologico dell’Università di Münster: «Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta, morale e retta».
Un gesto volontario che si inserisce in una più ampia consapevolezza internazionale contro il traffico illecito di antichità, sensibilità che negli ultimi anni sta producendo risultati concreti e significativi.

Laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali e magistrale in Archeologia e Storia Antica. È specializzato in Egittologia, con una grande passione per i crimini d’arte.

