Furto al Louvre. INTERPOL diffonde un nuovo poster-alert

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INTERPOL ha reso noto che i gioielli trafugati il 19 ottobre presso il Musée du Louvre di Parigi sono stati inseriti nell’archivio internazionale delle opere d’arte rubate, lo Stolen Works of Art Database.

Come già ampiamente documentato, alle 9.30 di domenica mattina quattro individui si sono introdotti nella Galleria d’Apollo del museo servendosi di un montacarichi, hanno infranto le vetrine espositive e si sono dati alla fuga con otto oggetti di oreficeria di straordinario valore storico e culturale, appartenenti alla corte francese del XIX secolo e ornati di diamanti e pietre preziose.

L’inserimento nel database internazionale rappresenta un passaggio significativo: la banca dati di INTERPOL raccoglie oltre cinquantasettemila segnalazioni di beni culturali rubati, corredate da descrizioni e immagini certificate dalle autorità di polizia, e costituisce l’unico strumento di riferimento globale nel suo genere. È stato inoltre diffuso un poster alert dedicato all’episodio, inviato all’intera rete degli Stati membri per agevolare l’identificazione e il recupero dei pezzi.

Nel quadro della tutela del patrimonio culturale e della lotta al traffico illecito, il caso del Louvre conferma alcuni tratti ricorrenti: la scelta di un museo di grande prestigio come obiettivo, la rapidità e la precisione dell’azione, il legame fra oggetti di alta gioielleria e valore storico, la possibilità di una fuga internazionale. Con il diretto coinvolgimento di INTERPOL si apre ora una fase transnazionale che richiede cooperazione tra autorità francesi, partner europei e Paesi terzi potenzialmente implicati nella ricollocazione dei beni.

Resta tuttavia una domanda centrale per studiosi e operatori del settore: quali saranno i meccanismi di revisione e riattivazione delle misure di sicurezza e di vetting nelle istituzioni museali dopo un furto di tale portata? Quale prassi sarà adottata per valorizzare l’archivio digitale come strumento attivo di allerta e recupero, e non soltanto come repertorio consultivo? E in che misura il “piano Louvre” potrà integrarsi nel più ampio sistema di rete globale contro il saccheggio del patrimonio culturale — questioni che meritano, più che mai, un’analisi approfondita.

I beni oggetto del furto sono ora visibili anche attraverso l’applicazione ID-Art, strumento digitale ufficiale dell’Organizzazione che consente a chiunque di consultare, in tempo reale, le schede dei beni culturali segnalati come rubati o dispersi nello Stolen Works of Art Database. L’app, disponibile gratuitamente per dispositivi mobili iOS e Android, integra immagini ad alta risoluzione, descrizioni tecniche e dati identificativi relativi a ciascun oggetto, nel caso specifico i gioielli sottratti alla Galleria d’Apollo, con l’indicazione del numero di registrazione e delle autorità di riferimento. Attraverso il pulsante rosso “Report to INTERPOL” è inoltre possibile segnalare in modo diretto e riservato eventuali informazioni, avvistamenti o sospetti collegati ai beni elencati, contribuendo così alle attività di recupero e di intelligence sul traffico illecito. 

ID-Art, lanciata nel 2021 e costantemente aggiornata, rappresenta oggi uno strumento essenziale di cooperazione tra cittadini, istituzioni museali e forze dell’ordine, perché amplia la dimensione partecipativa della tutela del patrimonio, trasformando l’archivio internazionale in una piattaforma interattiva di monitoraggio e contrasto alla circolazione illecita di opere d’arte.

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