Il “Caravaggio rubato” protagonista sul Tevere: a Roma la presentazione del volume sulla Natività scomparsa
Un nuovo approfondimento ricostruisce genesi, vicende collezionistiche e mistero del furto del capolavoro eseguito da Caravaggio a Palermo e trafugato nel 1969
Nel cartellone di “Lungo il Tevere Roma – Un fiume di cultura” approda mercoledì 23 luglio alle ore 21 la presentazione del libro Caravaggio. La Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro di Michele Cuppone. L’appuntamento, a ingresso libero, si svolge nello spazio “Salotto Tevere” sulle banchine all’altezza di Ponte Cestio, con il dialogo tra l’autore e Stella Fanelli, giornalista e scrittrice. L’iniziativa gode del patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale.
Il volume riporta al centro dell’attenzione una delle pagine più dolorose della storia dell’arte italiana: la “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi”, tela realizzata da Caravaggio nel periodo romano del pittore (tra aprile e novembre 1600) e trafugata nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo. L’opera, mai recuperata, è diventata simbolo internazionale delle perdite del patrimonio culturale e caso emblematico negli studi su tutela, traffici illeciti e memoria collettiva. Cuppone ricostruisce il contesto della commissione, il linguaggio pittorico della tela, con l’invenzione luministica che avvolge la mangiatoia e le figure in un chiaroscuro teatrale, e passa in rassegna le principali piste investigative e le testimonianze maturate nel corso di oltre mezzo secolo. Ampio spazio è dedicato alle riproduzioni storiche, ai rilievi fotografici d’archivio e ai progetti di sostituzione temporanea promossi per restituire al pubblico almeno un’immagine della perdita, nonché al dibattito su ricostruzione digitale e value recovery.
L’incontro al “Salotto Tevere” offrirà anche un aggiornamento sullo stato delle ricerche e sull’evoluzione degli strumenti tecnico-scientifici oggi impiegati nel contrasto al traffico d’arte. Un momento di riflessione, dunque, non solo sul genio di Caravaggio ma sulla vulnerabilità del patrimonio e sulla necessità di una coscienza civica diffusa.


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