INTERPOL comunica i dati su “Pandora VI”

Lanciata per la prima volta nel 2016, “Pandora” è un’operazione annuale che vede le forze dell’ordine lavorare insieme a livello globale, nel contrasto al traffico illecito dei beni culturali. Ad oggi ha totalizzato 407 arresti e portato al recupero di 147.050 oggetti d’arte

(Tempo di lettura: 4 minuti)

In data odierna, INTERPOL ha fornito i dati relativi a “Pandora VI”, che ha recentemente portato a 52 arresti e al sequestro di 9.408 beni culturali in tutto il mondo. Si tratta di reperti archeologici, elementi d’arredo, monete, dipinti, strumenti musicali e sculture.

Le attività di indagine, che si sono svolte dal primo giugno al 30 settembre 2021, hanno visto le forze dell’ordine di 28 paesi effettuare verifiche e controlli negli aeroporti e in corrispondenza dei valichi di frontiera, nonché in case d’asta, musei e abitazioni private.

Particolare attenzione è stata posta al monitoraggio dei mercati online, come nel caso della polizia olandese (Politie), che ha organizzato una settimana di ricognizione online per identificare le vendite sospette su siti appositamente allestiti.

Sono ancora in corso oltre 170 indagini, a seguito delle quali si prevedono ulteriori sequestri e arresti mentre gli investigatori di tutto il mondo continuano la loro ricerca con l’obiettivo di stanare l’operato di chi danneggia il patrimonio culturale.

Guidata dalla Spagna (Guardia Civil), “Pandora VI” è stata coordinata a livello internazionale da Europol, INTERPOL e dall’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD). Le unità di coordinamento operativo che lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sono state istituite da Europol da un lato, e dall’OMD e dall’INTERPOL dall’altro, per supportare lo scambio di informazioni, nonché per diffondere allarmi, avvertimenti ed eseguire controlli incrociati in diverse banche dati internazionali e nazionali.

Sintesi dei recuperi

La dogana francese (Douane) ha sequestrato 4.231 oggetti archeologici che includevano circa 3.000 monete, nonché campane, fibbie, anelli e vasellame che sono stati saccheggiati da siti archeologici da un solo individuo con l’utilizzo di un metal detector. In particolare, la dogana francese ha sequestrato anche tre statuette antiche risalenti alla cultura precolombiana La Tolita – Tumaco.

La Polizia nazionale spagnola (Policía Nacional) ha recuperato sul mercato nero un tesoro composto da 91 monete d’oro databili a età romana imperiale per un valore stimato di mezzo milione di euro. L’indagine ha preso avvio con l’individuazione delle monete in una nota casa d’aste a Madrid. Gli investigatori hanno successivamente identificato il sito archeologico spagnolo da cui queste monete erano state saccheggiate.

Gli ufficiali della US Customs and Border Protection (CBP) hanno sequestrato un carico contenente 13 manufatti messicani, ascrivibili a un arco cronologico che va dal post-classico all’era azteca. Tra questi reperti archeologici un teschio e 12 oggetti da taglio. 

Una croce processionale risalente al XIII secolo è stata recuperata dalla polizia rumena (Poliția Română) e restituita al Museo della Chiesa evangelica di Cisnadie, da dove è stata rubata nel 2016. L’oggetto era stato registrato nel database delle opere d’arte rubate di INTERPOL ed è stato identificato tramite l’app mobile ID-Art.

I Carabinieri italiani (Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale) hanno sequestrato 79 beni archeologici di diverso tipo e cronologia. Tali merci erano prive di documentazione che potesse attestarne la lecita provenienza o importazione nel territorio nazionale.

L’Art and Antiques Crime Unit (National Police Force of the Netherlands) ha recuperato due dipinti di Kees Verweij denunciati come rubati, a seguito di controlli in un catalogo di vendita online che coinvolgeva una casa d’aste di Amsterdam.

Gli ufficiali della Polizia ellenica (Ελληνική Αστυνομία) hanno recuperato una colonna marmorea di età romana, insieme a 13 monete antiche e 3 vasi di ceramica risalenti al periodo ellenistico.

Il metal detector rimane lo strumento più usato dai saccheggiatori. Sette le forze dell’ordine europee che hanno denunciato il sequestro di 90 metal detector destinati all’uso illecito in siti archeologici.

Coordinamento internazionale

Europol, in qualità di co-leader dell’operazione Pandora VI, ha svolto un ruolo chiave nell’attuazione dell’intera operazione, facilitando lo scambio di informazioni e fornendo supporto analitico e operativo. L’OMD ha fornito il suo canale di comunicazione sicuro CENcomm e ha facilitato lo scambio di informazioni tra diverse agenzie. INTERPOL, attraverso il suo sistema di comunicazione sicura I-24/7, ha collegato i paesi dei Balcani e l’Unione Europea che partecipano allo scambio di informazioni, supportando l’intera operazione con un esperto, incaricato di ricontrollare le ricerche rispetto al database delle opere d’arte rubate di INTERPOL al fine di individuare e identificare gli oggetti rubati e quelli ancora mancanti.

I paesi impegnati nelle operazioni di contrasto al traffico illecito dei beni culturali sono:

1) Paesi membri di INTERPOL: Albania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Montenegro , Macedonia del Nord, Portogallo, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti; 2) Terze parti: Kosovo.

[Fonte: INTERPOL Lione].

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