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La puntata speciale di Art Night, in onda mercoledì 7 maggio alle 21.15 su Rai 5 in prima visione, è interamente dedicata all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD). L’occasione è duplice: si celebrano i 50 anni dalla fondazione dell’ICCD e i 130 anni dalla nascita del Gabinetto Fotografico Nazionale, uno dei suoi nuclei fondamentali.

Il documentario ripercorre la storia del patrimonio culturale italiano a partire dagli anni post-unitari, intrecciando l’evoluzione del Paese con quella della fotografia e della tutela dei beni artistici. Dopo l’unificazione politica, l’Italia si trovò di fronte alla sfida di creare anche un’identità linguistica e culturale condivisa. In questo contesto, la catalogazione sistematica del patrimonio artistico diventò una priorità, e la fotografia – nuova tecnologia dell’epoca – fu subito riconosciuta come uno strumento essenziale.

Nacque così nel 1895 il Gabinetto Fotografico Nazionale, con il compito di documentare fotograficamente l’intero territorio italiano. Nei decenni successivi, l’Istituzione non solo produsse una vasta mole di immagini, ma acquisì anche altri archivi fotografici, dando vita a quella che oggi è la più ampia collezione italiana di immagini del patrimonio culturale, con oltre otto milioni di fotografie.

Il documentario esplora non solo le grandi campagne fotografiche sui monumenti d’Italia, ma dedica spazio anche ad alcuni protagonisti della fotografia italiana, tra cui Mario Nunes Vais, Sebastiana Papa e Paolo Ventura.

La narrazione si intreccia con i momenti salienti della storia italiana – dal fascismo alla Seconda Guerra Mondiale, dalla ricostruzione al boom economico, fino alla rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni. È proprio nel 1975 che il Gabinetto Fotografico, insieme ad altri enti, confluisce nell’ICCD, che da allora porta avanti il lavoro di conservazione, digitalizzazione e valorizzazione dell’immagine fotografica.

Girato all’interno della sede dell’ICCD nel complesso monumentale di San Michele a Trastevere, lo speciale si avvale della voce narrante di Veronica Pivetti. Le immagini d’archivio, autentiche protagoniste del racconto, offrono uno sguardo profondo sulla fotografia come mezzo a metà strada tra documento storico e opera d’arte, tra oggettività e interpretazione.

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