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Il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin L. Bragg Jr., ha annunciato la restituzione all’Iraq delle antichità saccheggiate dal Museo di Baghdad nel 2003. I pezzi sono stati contrabbandati negli Stati Uniti, dove sono stati acquistati attraverso varie gallerie e aste online da un collezionista privato tra il 2004 e il 2009. I reperti archeologici sono stati restituiti durante una cerimonia alla quale hanno partecipato l’incaricato d’affari iracheno, il Dr. Salwan Sinjar, e l’agente speciale aggiunto dell’HSI (Homeland Security Investigations), Tom Acocella.

«Questi manufatti straordinariamente conservati sono solo alcune delle numerose antichità saccheggiate dal Museo iracheno. Grazie al lavoro certosino dei nostri investigatori e dei procuratori, abbiamo scoperto che questi pezzi erano in vendita online senza l’adeguata documentazione. Siamo lieti che finalmente stiano tornando al museo a cui appartengono di diritto», ha dichiarato il procuratore distrettuale Bragg.

«Sono grato all’Ufficio del Procuratore distrettuale di Manhattan per gli sforzi compiuti per rimpatriare queste preziose antichità storiche in Iraq», ha dichiarato il Dr. Salwan Sinjari, incaricato per gli Affari Esteri iracheno negli Stati Uniti. «Questi pezzi appartengono all’Iraq e ora aiuteranno il popolo di quella regione a comprendere e apprezzare meglio la nostra storia e la nostra cultura grazie a questo legame con il passato. Questo è un altro esempio della cooperazione, dell’amicizia e del partenariato di lunga data che intercorrono tra Iraq e Stati Uniti».

«L’Homeland Security Investigations è orgogliosa di collaborare con i nostri partner dell’Ufficio del Procuratore Distrettuale di Manhattan e della Repubblica dell’Iraq per restituire questi antichi sigilli per cilindri e francobolli. Essi sono stati saccheggiati da ladri che hanno approfittato del caos generato dalla guerra per trarre profitto, senza tener conto del loro valore culturale», ha dichiarato Ivan J. Arvelo, Agente speciale incaricato delle indagini sulla sicurezza interna a New York. «I reperti risalgono al 2700 a.C. ed erano oggetti di importanza rilevante nella vita quotidiana del mondo antico. Ora torneranno a casa».

I pezzi restituiti comprendono quattro sigilli a cilindro e tre sigilli a timbro risalenti al periodo mesopotamico (2700-2500 a.C.) e neobabilonese (612-539 a.C.). Incisi con scene figurative, erano utilizzati nella vita di tutti i giorni. Sui sette sigilli sono raffigurate immagini di divinità, di esseri umani, di animali all’interno di scene di culto. Ogni sigillo, unico nel suo genere, serviva come firma personale per certificare la propria identità o quella di un’attività commerciale, e ha conservato pressoché lo stesso aspetto che aveva all’epoca d’uso.

Nel marzo del 2021, uno dei sigilli è stato messo in vendita in un’asta online, inducendo il Manhattan District Attorney ad avviare un’indagine sulla sua provenienza. Si è potuto quindi scoprire che l’illecito detentore del pezzo ne possedeva altri sei, tutti acquistati poco dopo il saccheggio del Museo Nazionale dell’Iraq e privi di qualsiasi documentazione che ne attestasse l’ingresso nel mercato dell’arte prima del 2003.

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