Operacion Hiératica: 36 reperti archeologici di epoca faraonica e greco-romana finalmente restituiti all’Egitto
Una splendida testa in basalto della dea Sekhmet e un vaso canopo con il coperchio conformato nelle sembianze del dio Amset sono solamente due dei 36 reperti archeologici che, sequestrati nel 2014 dalla Unidad Central Operativa della Guardia Civil spagnola durante la Operacion Hiératic, sono stati ufficialmente restituiti all’Egitto ieri, lunedì 20 dicembre, durante una cerimonia tenutasi al Museo Archeologico Nazionale di Madrid.
Sette anni fa 5 membri appartenenti alla medesima associazione a delinquere sono stati arrestati a Tortosa e a Barcellona, seguiti da altri due complici finiti in manette in Egitto (in tutto, uno spagnolo e sei Egiziani), accusati di esportazione illegale di beni culturali, riciclaggio di denaro e appartenenza a un gruppo criminale di natura internazionale. A Valencia erano stati intercettati 36 reperti archeologici (di cui 11 falsi) provenienti da Luxor, Saqqara e da Mit Rahina, spediti dal porto di Alessandria d’Egitto su una nave battente bandiera lussemburghese e diretti a Barcellona. Gli oggetti erano stati nascosti all’interno di grossi vasi di ceramica e confusi tra altre 182 scatole all’interno del container navale.
Gli oggetti, esportati illegalmente fuori dall’Egitto dai fornitori egiziani con base ad Alessandria, gli stessi incaricati dello scavo clandestino, erano destinati ad essere ricevuti da un intermediario, sempre egiziano, con sede a Valencia: i reperti, tuttavia, erano privi di qualsivoglia documentazione.
Le opere d’arte avrebbero poi dovuto raggiungere le fiere d’arte e antiquariato in Spagna e in Francia. L’assenza di documentazione doganale e il sospetto delle forze dell’ordine spagnole aveva subito portato all’indagine e al sequestro.
Da allora, gli oggetti erano rimasti in deposito al Museo Archeologico Nazionale di Madrid per procedere alle dovute analisi, considerato il loro potenziale pregio: lo studio ha determinato che i 36 pezzi hanno un valore di circa 150.000 euro e che, di conseguenza, l’intero caso può essere perseguito per vie penali.
Alla cerimonia di restituzione ha partecipato in qualità di presidente l’ambasciatore egiziano Youssef Diaedein, accompagnato dal tenente colonello della Guardia Civil, Javier Rogero, e dal direttore del Museo Archeologico Nazionale di Madrid, Andrés Carretero.