Giornata Mondiale dell’Archeologia. Gli elenchi di INTERPOL delle opere d’arte e delle antichità rubate

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Il 16 Ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Archeologia (IAD – International Archaeology Day). Annualmente l’evento viene promosso dall’Archaelogy Institute of America e da varie organizzazioni di tutto il mondo che si occupano di archeologia. Quest’anno la giornata è stata anche l’occasione per approfondire le tematiche relative ai saccheggi nel mondo dell’arte. La Grecia, ad esempio, è stata una delle aree geografiche maggiormente colpite da questo fenomeno criminoso.

L’Interpol calcola che proprio in questo Stato siano state trafugate non meno di 1.159 antichità. Diverse figure professionali, come Christos Tsirogiannis, hanno messo a disposizione le loro conoscenze per il recupero di manufatti artistici e reperti archeologici greci e non solo.
Tra i casi tristemente noti di beni culturali illecitamente esportati, si ricorda quello della prestigiosa corona d’oro del IV secolo a.C. proveniente da una tomba macedone.


Questo magnifico reperto caratterizzato da foglie di mirto in oro presenta ancora alcune tracce dell’originale smalto verde e blu. Nel 1990, attraverso il mercato nero e con l’aiuto di un intermediario serbo, questo famoso reperto giungeva nelle sale del J. Paul Getty Museum di Los Angeles. I falsi documenti che la accompagnavano, dichiaravano la corona come proveniente da una collezione privata svizzera. La persona che fisicamente vendette la corona al Museo era Christophe Leon che incassò ben 1.150.000 dollari.

Dopo diverse peripezie, che videro coinvolti i funzionari greci del Ministero della Cultura e dello Sport, ma anche il giornalista greco Nikos Zirganos, nel 2006 venne finalmente aperta un’indagine. Sotto accusa finì il Getty, la sua curatrice, Marion True, i saccheggiatori greci, Georgios Tsatalis e Georgios Kagia, e l’intermediario serbo, Kovasevic.

Nel marzo del 2007 i manufatti fecero finalmente ritorno in Grecia, trovando la loro definitiva collocazione nel Museo Archeologico di Salonicco.
I dati attuali trasmessi dall’INTERPOL mostrano come a causa dell’attuale pandemia da COVID-19, il traffico di opere d’arte abbia subito un notevole incremento. L’attuale crisi globale, infatti, rende più agevole il saccheggio e il traffico illecito di opere d’arte.

«Tragicamente ci aspettiamo di vedere sempre più manufatti in vendita» riferisce l’INTERPOL al Greek Reporter.
A ciò si aggiunga il saccheggio, anche dei musei nazionali, che viene perpetrato nello Yemen e che serve a finanziare la guerra civile in corso nel paese. È il caso ad esempio del frammento in alabastro con un’iscrizione risalente al III secolo d.C. trafugato dal tempio di Awam a Marib, emblema della terribile crisi umanitaria in corso in questo paese. La collaborazione tra diversi stati e figure professionali è fondamentale per il recupero degli oggetti d’arte trafugati.

La Grecia deve molto al lavoro dell’archeologo Tsirogiannis che in un’intervista al Greek Reporter dichiara che ciò che muove il suo studio «è la responsabilità che abbiamo verso i nostri antenati e i loro sentimenti che sono stati brutalmente violati a causa degli scavi clandestini». Tsirogiannis conclude dicendo che «migliaia di anni dopo, è un sacrilegio che queste antichità vengano saccheggiate per denaro e profitto. Questo è ciò che mi spinge soprattutto a continuare la mia ricerca».

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