Il pozzo dei tombaroli di Evpálio, nella Focide (Grecia)

Un tunnel verticale di dodici metri scavato vicino a un sito archeologico porta all’arresto di due uomini. L’indagine della Polizia Ellenica rivela un’operazione clandestina organizzata con impianti di ventilazione, drenaggio e illuminazione, a pochi metri dalla storia sepolta

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Nella zona di Evpálio, nella Focide, la Polizia Ellenica ha arrestato due uomini accusati di violazioni della normativa sulla tutela delle antichità e del patrimonio culturale, dopo la scoperta di un tunnel verticale di circa dodici metri scavato nei pressi di un sito archeologico. L’operazione, condotta lo scorso 16 settembre 2025, è stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Polizia Ellenica, che ha descritto nel dettaglio la struttura e le attrezzature impiegate per l’attività clandestina. Il pozzo, scavato con mezzi meccanici e rinforzato da strutture metalliche per evitare cedimenti, presentava livelli orizzontali interni e un articolato sistema di ventilazione, drenaggio e illuminazione elettrica. Era dotato anche di un argano per il sollevamento del materiale, indizio di una pianificazione tecnica complessa e di risorse economiche non trascurabili. Nel corso delle perquisizioni, le autorità hanno sequestrato strumenti da scavo, carrelli di trasporto, punte e trapani elettrici, oltre a cavi e componenti degli impianti tecnici. Nelle abitazioni dei sospetti sono stati rinvenuti 18.380 euro in contanti, 5.774 dollari statunitensi, 6.500 lei romeni, un metal-detector e altri dispositivi elettronici, insieme a strumenti utilizzati per la ricerca di oggetti metallici. Entrambi gli arrestati sono stati deferiti al pubblico ministero presso l’Ufficio di Amfissa e dovranno rispondere di scavi illegali in area sottoposta a tutela archeologica.

Il sito in questione si trova in una zona ricca di testimonianze antiche, già oggetto in passato di segnalazioni per attività di scavo non autorizzate. Le autorità archeologiche regionali sono state immediatamente informate per verificare eventuali danni al contesto stratigrafico e predisporre le misure di protezione del terreno interessato. Il caso ha suscitato l’attenzione dei principali media greci, da Proto Thema a Ekathimerini, che hanno diffuso le immagini e i video diffusi dalla polizia. Ciò che emerge con chiarezza è la trasformazione dei metodi impiegati dai tombaroli, sempre più organizzati e tecnologicamente attrezzati, capaci di realizzare infrastrutture sotterranee complesse in aree difficilmente accessibili. L’intervento delle forze dell’ordine greche ha impedito che l’azione di scavo proseguisse fino al raggiungimento del deposito archeologico, confermando l’efficacia dei controlli sul territorio e la cooperazione tra le unità investigative e i servizi di tutela del Ministero della Cultura.

[Fonte: Ελληνική Αστυνομία].

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