Ritrovati a Piazzola sul Brenta gli arredi rubati da Villa Le Marchesane

Tra le bancarelle dello storico mercato antiquario, la proprietaria riconosce 17 oggetti scomparsi dalla sua dimora di Bassano del Grappa. La Polizia Locale avvia le indagini per furto e ricettazione

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Lo scorso 28 settembre, tra le bancarelle del mercato dell’antiquariato di Piazzola sul Brenta, la visita occasionale di una donna si è trasformata in un imprevisto riconoscimento. Nel dedalo di piazza Paolo Camerini, dove centinaia di espositori provenienti da tutta Italia dispongono arredi, specchi, candelabri e frammenti d’epoca, la proprietaria di Villa Le Marchesane di Bassano del Grappa ha individuato, con un misto di stupore e sgomento, alcuni oggetti scomparsi da tempo dalla sua dimora storica. Ha avvertito la Polizia Locale, guidata dal comandante Filippo Bovo, e nel giro di poche ore sono stati sequestrati diciassette pezzi riconosciuti come provenienti dalla villa. Il ritrovamento è avvenuto presso la bancarella di un antiquario della provincia di Treviso, presente da circa un anno al mercato piazzolese. L’uomo, sorpreso dalla segnalazione, ha dichiarato di aver acquistato gli oggetti in buona fede, fornendo agli agenti il nome del venditore da cui li aveva ottenuti. Su quest’ultimo si concentrano ora le indagini, coordinate dalla Polizia Locale con il supporto dei carabinieri territorialmente competenti, per ricostruire il percorso dei beni dal momento della sottrazione alla comparsa sul banco di vendita. La proprietaria, che ha depositato formale denuncia per furto e ricettazione, ha consegnato la documentazione fotografica che attesta la titolarità dei beni.

L’elenco, riportato nel verbale di sequestro, comprende un tavolino laccato nero, due antichi cantonali, un’applique in argento e due in bronzo, un coperchio di vaso intagliato in legno, un samovar brucia profumi in metallo, due sedie in paglia spagnole, due seggioline afgane, due panchette ricamate, un maniglione in legno laccato del Seicento, due candelabri e varie maniglie in bronzo. Pezzi eterogenei per provenienza e cronologia, ma appartenenti a un insieme coerente: l’arredo storico di Villa Le Marchesane, residenza cinquecentesca successivamente ampliata tra Seicento e Ottocento, già appartenuta ai Compostella e ai Dolfin, acquistata nel 1931 dalla famiglia Bussandri. La villa, inserita nel circuito del Fondo Ambiente Italiano, ospita oltre quindicimila oggetti catalogati e in parte destinati, lo scorso maggio, a una mostra con finalità di vendita all’asta. È proprio in quell’occasione, secondo una prima ipotesi investigativa, che i beni potrebbero essere stati sottratti, approfittando delle movimentazioni necessarie all’allestimento. Resta da chiarire se il furto sia avvenuto all’interno della proprietà o durante il trasporto e se vi siano state ulteriori dispersioni non ancora denunciate.

Il mercato antiquario di Piazzola sul Brenta, tra i più grandi d’Europa, si svolge ogni quinta domenica del mese ed è organizzato dalla Pro Loco locale, che si è dichiarata del tutto estranea ai fatti. Ogni espositore, come previsto dal regolamento, risponde personalmente della provenienza dei beni offerti in vendita. Non si tratta del primo ritrovamento fortuito avvenuto tra le bancarelle di Piazzola. Nella lunga storia della manifestazione, capitò talvolta che un collezionista riconoscesse un pezzo trafugato o un antiquario scoprisse il valore reale di ciò che aveva acquistato. Ma da anni non si registravano episodi di recupero di beni dichiaratamente rubati. La circostanza che a individuarli sia stata la stessa proprietaria restituisce alla vicenda una dimensione umana e patrimoniale insieme: il ritorno inatteso di frammenti della memoria di una casa, sottratti al loro contesto e riemersi nel circuito commerciale.

Gli oggetti sono ora custoditi in sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini proseguono per accertare la catena di passaggi e individuare eventuali responsabili. Nel frattempo, la vicenda di Piazzola ricorda che la tracciabilità dei beni culturali non riguarda soltanto musei e gallerie d’arte, ma anche le dimore private e i mercati popolari dove, fra una bancarella e l’altra, possono affiorare testimonianze preziose del nostro patrimonio diffuso.

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