Falsi Modigliani. A una svolta il Processo di Genova: chieste cinque condanne e una assoluzione
Secondo la Procura, l’obiettivo era quello di esporre nella mostra inaugurata al Palazzo Ducale nel 2017 i falsi, per poi rivenderli a prezzi elevatissimi nel centenario della morte del Maestro
Il procuratore aggiunto D’Ovidio ha chiesto la condanna a sei anni per Rudy Chiappini, curatore della mostra, cinque per Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei falsi esposti, otto mesi per Nicolò Sponsilli e Rosa Fasan di Skira, che organizzò la mostra, e sei mesi per Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un Ritratto di Chaim Soutine, marchiato come falso dai periti.
Ha invece chiesto l’assoluzione per Massimo Zelman.
Secondo l’accusa, Rudy Chiappini era consapevole dei falsi presenti in mostra al Palazzo Ducale. Joseph Guttmann è accusato di aver fatto passare per per autentici i quadri di sua proprietà, per rivenderli a prezzi elevati nel centenario della morte di Amedeo Modigliani. L’accusa per Nicolò Sponsilli e Rosa Fasan, organizzatori per Skira dell’evento, è di aver esposto le opere nonostante i dubbi sulla loro autenticità. Pietro Pedrazzini, secondo l’accusa, fece passare per autentico il ritratto di Chaim Soutine.
I dubbi sui quadri furono sollevati dall’esperto di Modigliani Carlo Pepi che, dopo aver visionato il catalogo e successivamente visitato Palazzo Ducale per vedere da vicino le opere, aveva segnalato ai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale i falsi in mostra.
Il procuratore ha chiesto la confisca di tutte le opere di Guttmann e la restituzione degli altri dipinti con l’attestazione di falsità sul retro.
La difesa continua fermamente a sostenere che tutte le opere in questione siano autentiche.
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