Il violino Stradivari “Lauterbach”
Un mese fa presso l’Academia Cremonensis ha avuto luogo il Convegno Liuteria antica e questioni moderne, patrocinato dall’Ordine degli Avvocati di Cremona e dall’Istituto Nazionale per il Diritto dei Beni Culturali e dell’Arte che ha posto al centro del dibattito scientifico affrontato da musicologi, esperti di diritto, docenti universitari, avvocati ed ex magistrati questioni inerenti la circolazione dei beni musicali in Europa e il legittimo possesso di beni storici la cui storia spesso cela un passato poco onorevole, frutto di illecite sottrazioni e di “riemersioni” a distanza di tempo.
Il tema già trattato su queste colonne si è arricchito di un nuovo caso, quello del violino Stradivari “Lauterbach” oggetto di complesse ricerche da parte dello Studio Legale Herhkovitch di Parigi e dell’associazione Musique & Spoliations costituita da Corinne Herhkovitch e da Pascale Bernheim, specialisti in contenziosi nati attorno alla restituzione di opere trafugate in epoca nazista, che si stanno occupando della vicenda su mandato di un loro cliente.
Con molta probabilità lo strumento oggi si trova in Francia “riemerso” dopo un periodo di oblio. Il violino “Lauterbach” era scomparso dal Museo Nazionale di Varsavia nel 1944, sottratto da truppe naziste, e ritrovato nel settembre 1948 dall’ufficiale Stefan P. Munsing dell’esercito degli Stati Uniti nella casa di un ex membro delle SS, Theodor Blank, a Heinrichsthal, in Germania. Dopo un’accurata indagine, il violino con custodia e due archi erano stati inviati in Polonia per la restituzione ma da un’ulteriore indagine del 2008 condotta dal Ministero della Cultura polacco si è appurato che il violino Stradivari “Lauterbach” non è mai giunto al Museo Nazionale di Varsavia.
Cosa sia successo nei sessant’anni tra il 1948 e il 2008 è ancora un mistero. Ecco, dunque, la necessità di indagine affidata allo Studio Legale parigino per la ricostruzione della vicenda che dal 1948 ha riportato la “riemersione” del bene trafugato, ora nelle mani dell’attuale proprietario. Come è facilmente intuibile, in gioco non c’è solo la storia dello strumento ma ci sono anche interessi economici notevoli di chi riuscirà a provarne la proprietà, posto che la quotazione attuale di questo violino potrebbe superare i 10 milioni di euro.
Ancora una volta una vicenda che vede coinvolti violini italiani di notevole valore, séguiti di vicende belliche non ancora del tutto superati e aspetti legali legati al recupero e restituzione di beni culturali rubati, di non secondario interesse.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.