Archeologia in acqua. Alla BMTA si ricordano Sebastiano Tusa e Claudio Mocchegiani Carpano

Nell’ambito della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si svolgerà a Paestum dal 27 al 30 ottobre, verranno conferiti il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” e la Targa “Claudio Mocchegiani Carpano” alla migliore tesi di laurea

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Sabato 29 ottobre presso la Sala Nettuno del Tabacchificio Cafasso si svolgerà dalle 14.30 alle 17.00 la 2a Conferenza Mediterranea del Turismo Archeologico Subacqueo in occasione della quale interverranno Ulrike Guérin, Barbara Davidde, Valeria Patrizia Li Vigni, Ferdinando Maurici e Fabio Pagano.

Contestualmente alla conferenza verranno consegnati i premi “Paestum Mario Napoli”, in occasione del 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, e il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” per meriti alla carriera, all’innovazione e alla divulgazione giornalistica.

Inoltre, alla presenza del figlio Luca Mocchegiani Carpano, verrà consegnata alla migliore Tesi di laurea sull’Archeologia Subacquea la Targa “Claudio Mocchegiani Carpano”, che viene ricordato proprio da Sebastiano Tusa all’indomani della morte dell’amico e collega nell’ottobre 2018 con queste parole:

“Non è facile per chi ha condiviso speranze, segmenti importanti della propria vita, aspirazioni, gioie e delusioni, ma soprattutto tanti momenti di felice convivenza di esperienze formative e importanti, meditare sulla scomparsa dell’amico di una vita. Claudio è stata una presenza costante nelle nostre vite di appassionati del mare e di idealisti e visionari costruttori di progetti ad esso legati. Una presenza discreta ma fortemente coinvolgente che, con la sua pacata, colta e fine ironia riusciva a condizionare spesso le decisioni di tanti di noi spesso animati dal furore del fare senza la concretezza della realtà. Era un uomo pratico e disilluso, ma al contempo vivace e propositivo. Capace di essere leader senza farlo pesare. Era forte nel difendere il suo punto di vista, ma aperto al dialogo e ad accettare consigli e indicazioni.
Personalmente non posso non ammettere che fu, in una fase importante della mia vita e della mia carriera, un modello da seguire e lo seguii, anche se poi la mia strada prese sentieri diversi. Tuttavia i suoi consigli e la sua grande esperienza di archeologo, di uomo di mare e di funzionario pubblico mi hanno accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. L’equilibrio che contraddistingueva tutte le sue scelte è stato fondamentale per tante avventure nelle quali ci siamo trovati coinvolti.
I ricordi si affastellano infiniti e su tutti campeggia la sua immagine gioiosa e la sua sottile ironia che aveva un commento pungente ma bonario per tutti riuscendo ad allietare anche i momenti più complessi e difficili della vita.
Dal punto di vista professionale non possiamo non riconoscere in Claudio un apripista che, nel solco della strada intrapresa da Antonino Lamboglia, fece diventare l’archeologia subacquea una pratica diffusa al livello nazionale ed internazionale intessendo una capillare rete di collaborazioni che ha permesso al nostro Paese di mantenere un ruolo di primo piano nel mondo dell’archeologia subacquea internazionale. Dobbiamo molto a Lui per aver difeso la dignità della nostra disciplina nelle istituzioni e nel mondo universitario. Dobbiamo molto a Lui per averci insegnato che esistono l’archeologia lacustre e fluviale.
Personalmente devo a lui l’esempio che mi ha consentito di continuare idealmente la sua opera di sensibilizzazione delle istituzioni permettendomi il palinsesto della sua opera nel panorama siciliano facendo tesoro della sua preziosa esperienza.
Un grande studioso che ci ha lasciato pregevoli interpretazioni di manufatti e contesti terrestri, marini, fluviali e lacustri che hanno contributo a rinnovare e rendere moderna la gloriosa tradizione della scuola italiana degli studi sulla topografia antica da cui Lui proveniva.
Un grande integerrimo funzionario dello Stato che ne ha sempre servito con passione e dedizione le regole e le direttive a volte anche sacrificando se stesso e la sua grande professionalità.
Infine un grande amico compagno di tante esperienze, di tanti momenti allegri e di tante imprese scientifiche alle quali ha sempre offerto un contributo determinante.”

Sebastiano Tusa e Claudio Mocchegiani Carpano durante la Missione in Libia nel 2008 (Foto: CMC-Centro Ricerche).

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