A sessant’anni di distanza, un altare romano in marmo viene restituito al Museo Archeologico di Tarragona

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With the collaboration of the Italian Carabinieri TPC and the Homeland Security Investigations of the United States, the Spanish National Police recovered a Roman altar that had been stolen from the Archaeological Museum of Tarragona back in 1962.

Si conclude con successo l’operazione per il recupero di un pezzo archeologico di importante valore storico grazie alla stretta collaborazione fra il Comando italiano dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti d’America e i poliziotti della Brigata Spagnola del Patrimonio Storico.

Questa volta protagonista è una scultura di epoca romana alta appena 12 centimetri, scomparsa dal Museo Archeologico di Tarragona, in Spagna, nel 1962: si tratta di un altare in marmo bianco, dedicato al culto di Giove, sul quale si legge un’iscrizione latina che recita “IOVI OPTIMO MAXIMO CAPITOLINO SACRUM”, da tradursi “Al Sacro Giove Capitolino, ottimo e massimo”.

Le prime ricerche prendono avvio verso la metà del 2015, quando gli agenti della polizia spagnola ricevono notizia dai colleghi italiani che il pezzo, ben cinque anni prima, si trovava presso una casa d’aste online statunitense.

Dalle indagini è stato possibile ricostruire in dettaglio i movimenti del marmo, il quale, successivamente al furto, entra a far parte di una collezione britannica: le autorità statunitensi hanno confermato che l’auction house americana nel 2002 aveva acquistato l’altare romano da una nota sala d’aste londinese. Nel 2010, quindi, il pezzo veniva venduto a un cittadino americano residente a Londra, soggetto facilmente rintracciato.

Tecnici e archeologi, impiegati presso il Museo di Tarragona, hanno poi comprovato che il pezzo in questione corrisponde a quello rubato negli anni ‘60, che faceva parte delle collezioni del Museo catalano già dal 1880, quando si era deciso di iscrivere il bene nel “Catalogo ragionato museale”.

Dopo esser stato informato circa l’origine illecita dell’opera, il cittadino americano ha prestato il proprio consenso alla restituzione. Depositato presso l’Ambasciata spagnola a Londra e quindi trasferito in Spagna, oggi il marmo può essere nuovamente ammirato visitando il Museo Archeologico di Tarragona, sua legittima collocazione.

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