Il TPC restituisce alla Repubblica dell’Ecuador 295 reperti archeologici provenienti dal traffico illecito internazionale

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Un’importante collezione archeologica, costituita da 295 reperti appartenenti alla Repubblica dell’Ecuador, è stata restituita dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, in una cerimonia che si è tenuta il 21 febbraio 2024 all’Ambasciata dell’Ecuador a Roma.

I beni restituiti fanno parte di 3 distinte attività investigative, tutte risalenti all’anno 2012 e in particolare: l’individuazione di una collezione costituita da 194 reperti archeologici nel corso di indagini inerenti la ricerca di beni illecitamente scavati dal sottosuolo in Italia; il rinvenimento di una raccolta illecitamente importata dall’estero, costituita da 100 reperti archeologici risalenti a un ampio lasso temporale, compreso tra il 500 a.C. e il 1520 d.C. e, infine, la spontanea restituzione di un bene appartenente alla cultura La Tolita della Regione Esmeraldas, rinvenuto dagli eredi di una persona che lo deteneva illecitamente.

Le indagini, coordinate dalle Procure della Repubblica di Torino e Crotone, in collaborazione con gli esperti culturali degli Stati interessati, hanno poi dimostrato l’illecita provenienza dei reperti, frutto di escavazioni clandestine in quei territori ed esportati illecitamente in Italia. L’attività ha poi consentito alla polizia ecuadoriana, in parallelo, il sequestro di numerosi reperti archeologici illecitamente escavati e commerciati nella capitale Quito. Attraverso le accurate valutazioni da parte dei funzionari ministeriali dell’Ecuador, è stato possibile confermare l’autenticità dei manufatti e ottenere dall’autorità giudiziaria italiana diversi decreti di perquisizione e sequestro con l’accusa di ricettazione di beni culturali illecitamente esportati dallo Stato dell’Ecuador.

L’intervento dei Carabinieri, di concerto con agli esperti culturali ministeriali esteri, ha permesso la restituzione di quei reperti, che rappresentano l’identità culturale delle popolazioni ecuadoriane, assicurandone una nuova fruizione e interrompendo l’ulteriore commercio illecito che avrebbe fruttato circa 150.000,00 euro.

La restituzione dei manufatti stranieri ai paesi di provenienza è occasione di riflessione sulla normativa di tutela del patrimonio culturale mondiale che in Italia è divenuta particolarmente stringente a seguito della riforma del marzo 2022 in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese (art. 518 decies c.p.). 

[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino].

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