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I pezzi, Volto di marmo di una regina tolemaica e Busto femminile, sono stati saccheggiati dall’antica città di Cirene e divenuti parte, per oltre due decenni, della collezione privata di Robin Symes, trafficante d’arte britannico noto per il ruolo rivestito nella rete del contrabbando di reperti archeologici saccheggiati e venduti ad acquirenti europei e americani.

(Foto: Manhattan District Attorney’s Office).

Le sculture libiche sono apparse per la prima volta sul mercato internazionale dell’arte a seguito di scavi e razzie dilaganti nell’antica città di Cirene tra la fine degli anni ’80 e degli anni ’90. Il busto femminile avrebbe fatto parte di un importante rilievo funerario che decorava la necropoli: durante scavi recenti, i ricercatori ritengono di aver scoperto, ancora intatto in una tomba nel sito archeologico, proprio la sua parte inferiore.

(Foto: Manhattan District Attorney’s Office).

Il sequestro ha portato alla restituzione dei reperti e ad una cerimonia di rimpatrio alla presenza di Khaled Daief, Incaricato d’Affari dell’Ambasciata libanese, e Thomas Acocella, Agente Speciale in carica per le Investigazioni sulla Sicurezza Interna degli Stati Uniti – HSI.

Khaled Daief ha dichiarato: «Dopo un’indagine approfondita da parte dell’ufficio del Procuratore distrettuale di Manhattan, siamo grati per l’opportunità di rimpatriare questi beni culturali. Vorremmo esprimere il nostro più profondo apprezzamento e gratitudine per gli sforzi intrapresi dal procuratore distrettuale di New York e dal suo staff, dal Dipartimento per la sicurezza interna e da tutti coloro che hanno lavorato per garantire che questi inestimabili manufatti libici tornassero nella loro patria in Libia».

Infatti, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin L. Bragg ha annunciato il ritorno dei reperti, affermando: «È vergognoso che questi bellissimi oggetti siano stati conservati per decenni da un trafficante condannato. Cirene ha affrontato saccheggi significativi ma, grazie al lavoro della nostra Antiquities Trafficking Unit e dei partner di Homeland Security, ora abbiamo restituito diversi pezzi da questa antica città al popolo libico. Sono in corso altre indagini su manufatti libici rubati e non vediamo l’ora di poter celebrare ulteriori rimpatri».

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