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D’ora in poi nello Stato di New York i musei dovranno indicare con un cartello ogni opera d’arte creata prima del 1945 e nota per essere stata oggetto di “furto, sequestro, confisca, vendita forzata” da parte del regime nazista. Una nuova normativa firmata ad inizio mese dalla governatrice Kathy Hochul, che rende obbligatoria da parte delle istituzioni museali statali del possesso di ogni opera d’arte trafugata dai soldati del terzo Reich e poi recuperata, è stata varata nelle ultime settimane ed è già esecutiva e si accompagna ad altri due provvedimenti. Uno prevede che le scuole debbano offrire un insegnamento approfondito riguardo orrori dell’olocausto; l’altro, come riporta Shalom,  riguarda il Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York che dovrà pubblicare un elenco di istituzioni finanziarie che destinano fondi alle riparazioni per la Shoah.

La legge interviene su una ferita profonda troppo spesso dimenticata se non ignorata ma ben presente nella memoria dei sopravvissuti a quell’immane tragedia e delle loro famiglie: prima e soprattutto durante la Seconda guerra mondiale il popolo ebraico ha subito il furto di oltre 600.000 opere d’arte. Opere che sono andate a rimpinguare il tesoro raccolto con ogni genere di razzia dal regime nazista, che contemporaneamente puntava ad “eliminare la cultura ebraica”, come ha sottolineato il CEO del Museo del patrimonio ebraico di New York City Jack Kliger. Per anni, ha sottolineato infatti Kliger, diverse di queste opere sono state esposte al pubblico da istituzioni nazionali, senza che però ne venisse mai riconosciuta o indicata l’origine. Peraltro, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, solo occasionalmente gli oggetti d’arte trafugati e recuperati sono stati restituiti ai legittimi proprietari o ai loro eredi. La maggior parte di quelle opere è entrata a far parte di collezioni private o si trova, spesso, nei magazzini di musei oltreoceano che spesso non hanno nemmeno indagato sulla provenienza delle opere acquisite. Secondo il CEO del Museo del patrimonio ebraico di New York City, la legge varata dalla governatrice porrà rimedio a tutto questo e permetterà ” alle istituzioni di New York di onorare il ricordo dei milioni di vite umane portate via dalla ferocia nazista e del saccheggio di inestimabili beni personali “. Ma non solo. Secondo Greg Schneider, vicepresidente esecutivo della Claims Conference, una no-profit per il risarcimento e l’aiuto ai sopravvissuti dell’olocausto, la legge aiuterà le vittime dei furti ad ottenere la restituzione delle opere d’arte sottratte.

Il provvedimento della governatrice Hochul, tuttavia, non è l’unico che punta a risarcire, per quanto possibile, i danni causati al popolo ebraico durante quella terribile pagina della storia mondiale: nel 1998, infatti, 44 paesi hanno firmato i principi di Washington, una serie di linee guida internazionali volte alla restituzione delle opere d’arte razziate dai nazisti. La legge, ha spiegato la governatrice, si aggiunge ad un impegno collettivo perché si garantisca che le generazioni future comprendano gli orrori di quell’epoca.

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