Il TPC restituisce documento del 1743 al Convento di San Francesco di Stroncone (TR)

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Un documento datato al 1743 è stato sequestrato nel pescarese dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) del Nucleo dell’Aquila, grazie all’attività di monitoraggio delle vendite online volta al recupero di beni illecitamente sottratti.

Autentica in latino di reliquia appartenuta a Beato Antonio da Stroncone

Su disposizione della Procura della Repubblica di Pescara, che ha coordinato le indagini, i militari del Nucleo specializzato dell’Arma si sono recati nell’attività commerciale di un sessantacinquenne nelComune di Montesilvano e, nel corso della perquisizione, hanno sequestrato il documento. 

Grazie alla collaborazione di esperti e alle indagini condotte, i Carabinieri hanno ricostruito con accuratezza la provenienza del documento sotto sequestro. In particolare è stata raccolta la testimonianza del responsabile del Convento di San Francesco e del Santuario del Beato Antonio da Stroncone, borgo medievale in provincia di Terni, Padre Danilo Cruciani, il quale lo ha riconosciuto quale un’autentica della reliquia dello zucchetto, tuttora custodito presso il Convento, appartenente al Beato Antonio da Stroncone (1381-1461). 

Sigillo dell’Ordine Serafico

Il foglio, intitolato Fr. Vincentius ab Interamna, è stato emesso dal Provinciale dei Frati Minori Fra Vincenzo da Terni e riporta il sigillo dell’ordine Serafico, individuato come luogo di emissione il Convento di San Damiano ad Assisi, dove il corpo del Beato Antonio è stato conservato fino al 1809, anno in cui fu portato a Stroncone, dove ancora oggi è oggetto di profonda devozione. 

A seguito delle indagini condotte dall’Autorità Giudiziaria, è stato disposto il dissequestro del materiale e la restituzione del documento al Convento.

La conclusione della vicenda testimonia come il costante monitoraggio del mercato online antiquariale e l’impegno dei Carabinieri del TPC nel controllo del particolare settore consentono, anche a distanza di anni e spesso anche in assenza di una formale denuncia di furto, di recuperare e restituire alle comunità di provenienza beni culturali che, seppur di modesta rilevanza economica, rivestono un importante significato per i luoghi dai quali provengono e ai quali devono tornare per testimoniare e accrescere nel cittadino quella coscienza identitaria improntata al rispetto e alla protezione dei beni comuni. 

[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila].

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