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L’Hydria apula con la raffigurazione del mito di Andromeda e Perseo dette il nome all’indagine avviata dai Carabinieri dell’Arte nel 2008. Ideale prosecuzione di analoghe investigazioni iniziate dai Carabinieri già negli anni Novanta, l’Operazione “Andromeda” consentì di rintracciare in Svizzera, insieme al vaso in oggetto, numerosi altri reperti archeologici provenienti da attività illecite perpetrate tra gli anni Settanta e Ottanta.

Grazie alle attività di indagine, partendo dal rinvenimento di corposa documentazione attinente la compravendita di beni archeologici, furono compiuti approfondimenti e opportuni riscontri investigativi che portarono i Carabinieri a raccogliere decisivi indizi per individuare alcuni vasti magazzini nel porto franco di Ginevra, nella disponibilità di un mercante giapponese e di un uomo d’affari svizzero. Al loro interno gli uomini dell’Arma rinvennero stipati oltre 20.000 beni d’interesse archeologico e artistico, provenienti da ogni parte del mondo.
I successivi esami tecnici e documentali consentirono di appurare che 337 beni tra quelli rinvenuti provenivano dall’Italia, da dove erano stati illecitamente scavati e quindi esportati.

L’Operazione, condotta in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria e la Polizia di Ginevra e di Basilea, portò pertanto i Carabinieri a rimpatriare beni databili tra l’VIII secolo a.C. e il IV d.C., di diversa tipologia: dagli strappi di affreschi pompeiani alle piccole sculture nuragiche, da una straordinaria statua di Venere ad una preziosa navicella, a numerosi crateri a volute attici e apuli, ai diversi e raffinati oggetti in bronzo, il tutto proveniente da scavi clandestini condotti in siti archeologici di Italia meridionale, Lazio e Sardegna.

La presentazione agli organi di stampa dell’imponente operazione nonché l’esibizione del cospicuo numero di beni rimpatriati avvenne nel luglio 2010 nell’eccezionale cornice dell’arena del Colosseo a Roma.

Tipologia: Hydria

Classe/Produzione: Ceramica apula a figure rosse

Scena figurata: Al centro del vaso spicca la principessa etiope Andromeda legata ad uno scoglio (o a una struttura lignea), mentre attende che un mostro marino inviato da Poseidone venga a divorarla: alla sua destra siede, affranta, la madre Cassiopea e intorno sono disposti ancelle e soldati abbigliati all’orientale con corte tuniche a lunghe maniche decorate,alti calzari e berretti frigi; nel registro inferiore il re Cefeo, nella reggia, supplica Perseo di liberare la figlia. L’eroe, con una tiara crestata, è identificato dall’harpe (falcetto) con cui ha decapitato Medusa.

Interpretazione: Per la valenza positiva e salvifica che esprime, il mito è spesso raffigurato nella ceramica apula, specie nei vasi destinati alle cerimonie funebri.

Attribuzione: Ambito del Pittore di Chamay.

Cronologia: 350-350 a.C.

Dimensioni: Alt. cm 61,5; diam. orlo cm 21.8; diam. max. cm 40; diam. piede cm 18,5.

Bibliografia essenziale: AA.VV., La memoria ritrovata. Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri, Catalogo della Mostra (Roma, Palazzo del Quirinale 23 gennaio-16 marzo 2014), Roma 2014.

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