1000 reperti archeologici sequestrati a tombaroli seriali in Sardegna

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Conclusa un’importante operazione condotta dal Corpo Forestale – Servizio Territoriale di Cagliari – per la tutela del patrimonio archeologico e culturale della Sardegna che ha portato al sequestro di oltre 1000 reperti di straordinario valore.

Nei giorni scorsi a seguito di un’attenta attività investigativa di osservazione e controllo, è scattata l’operazione “Thesaurus” condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo Forestale, con la collaborazione della Stazione Forestale di Dolianova.

In località Isca Bardella, in agro di Dolianova, nei pressi di S Maria di Sibiola, sono stati sorpresi due soggetti, già sotto osservazione, che mediante un potente metal detector, erano intenti a sondare il terreno e a praticare piccoli scavi. Immediatamente intercettati dai Forestali, venivano trovati in possesso di frammenti di bronzetti delle dimensioni di alcuni centimetri, nonché di lamine in piombo.

Considerato il contesto e l’attività in corso, si configurava un’illecita attività di scavo e ricerca archeologica, associata alla detenzione illegale di reperti archeologici. Si è quindi proceduto alla perquisizione presso le abitazioni dei “tombaroli” presso le quali è stato rinvenuto, custodito illegalmente, un autentico tesoro, composto da ingente e preziosissimo materiale archeologico, certamente proveniente di un’intensa pregressa attività di scavo clandestino.



Presso le abitazioni dei due sono stati rivenuti e sottoposti a sequestro oltre 1000 reperti di varie epoche, dal neolitico sino al periodo alto medievale, tra questi risaltano :
– due navicelle nuragiche in bronzo con protomi (elementi decorativi costituiti dalla testa) taurine;
– una protome nuragica d’ariete in bronzo, frammento di una navicella;
– decine di asce e mazze litiche di epoca neolitica e nuragica (VI-II millennio a.C.);
– una collana in osso con vaghi a disco e a botticella di epoca neolitica – eneolitica (VI-III Millennio a.C.);
– un busto di guerriero nuragico in bronzo, armato di pugnale;
– una figurina umana in bronzo;
– un medaglione in bronzo di epoca storica con decorazioni a forma di foglie e uccelli;
– 550 monete prevalentemente in bronzo e alcune in argento, di epoca punica, romana repubblicana e imperiale, basso medioevale, alcune di particolare rarità e interesse storico quali emissioni puniche di zecca sarda (III sec. a.C), un asse romano c.d. del Sardus Pater (I sec. a.C.), 1 tremisse in oro di epoca bizantina (VII-VIII secolo) verosimilmente di zecca sarda;
– una decina di anelli di epoca storica (romana e altomedioevale), fra i quali spicca una anello in oro a forma di serpente;
– vaghi di collana di epoca romana di cui uno con simbolo fallico;
– una macina basaltica con inserti in piombo.


Il materiale, che a un primo esame è dichiarato di straordinario valore storico scientifico, è stato naturalmente sottoposto a sequestro ed è ora all’esame della Soprintendenza Archeologica che ne ha già potuto accertare il grande valore scientifico.

I reati contestati sono quelli di scavo archeologico clandestino, impossessamento e detenzione illegale di reperti archeologici (di proprietà dello Stato), ricettazione e riciclaggio, reati per i quali sono previste pene sino a 12 anni di reclusione. Gli indagati sono L.S. di 69 anni di Soleminis, pensionato e R.C di 74 anni di Dolianova, pensionato ed ex presidente di una associazione ARCHEOCLUB, ora disciolta.

L’attività di scavo e impossessamento di materiale archeologico, oltre a costituire un grave reato, cagiona un gravissimo pregiudizio all’importante patrimonio culturale, archeologico e storico della Sardegna.
I reperti archeologici, una volta decontestualizzati dal luogo di ritrovamento, non sono più suscettibili del necessario studio della preistoria e storia della Sardegna. I “tesori” dei tombaroli sono normalmente destinati al mercato clandestino dei reperti archeologici, molto fiorente e articolato in una fitta rete internazionale di intermediari.

L’operazione Thesaurus come altre analoghe operazioni portate a termine anche di recente attestano l’efficace presenza del Corpo Forestale nel controllo capillare del territorio e nell’individuazione ldi attività illecite contro il patrimonio ambientale e storico-culturale.

[Fonte: Sardegna Corpo Forestale].

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