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In queste cose l’unica certezza e che non c’è nulla di certo

Plinio il Vecchio

Nel 1724 a Torino, sotto il regno di Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732), fu fondato il Regio Museo di Antichità, fra le prime istituzioni museali pre-unitarie ed europee. Le iniziali collezioni di antichità, confluite nel museo, provengono da Emanuele Filiberto Duca di Savoia (1572). A partire dal 1723, Torino fu oggetto di vari interventi architettonici e, per questo, anche di importanti scavi archeologici dai quali affiorarono i resti di Augusta Taurinorum, la colonia fondata nel 28 d.C., nei luoghi dove Giulio Cesare insediò, precedentemente, un accampamento militare lungo la via cosiddetta delle Gallie (58 e 44 a.C.). Lo storico, drammaturgo, diplomatista e paleografo Scipione dei marchesi Maffei fu allora incaricato di allestire il museo, procedendo dapprima col riordino dei numerosi e vari materiali lapidei provenienti dalle demolizioni cittadine. La sede prescelta fu il palazzo della Regia Università, l’edificio di via Verdi così utilizzato fino all’avvento napoleonico.

Nel 1832, dopo la restaurazione, le collezioni, comprese in parte quelle trafugate dalle truppe napoleoniche, furono riunite a quelle egizie, presenti presso il palazzo dell’Accademia delle Scienze, e ai manufatti archeologici provenienti dagli scavi del territorio piemontese; e fino al diciannovesimo secolo sono state anche incrementate con oggetti di origine cipriota ed etrusca. Questa variegata situazione subì una modifica nel 1940 quando si decise di separare i reperti egizi, che seguirono una sorte autonoma in termini di valorizzazione (Museo Egizio), dal resto della raccolta.

Negli anni Sessanta le collezioni archeologiche furono allocate nelle serre dei giardini di Palazzo Reale e, solo di recente, hanno visto una nuova collocazione grazie a lavori di ampliamento e modifica che, realizzati a partire dagli anni Novanta, hanno delineato l’assetto attuale degli edifici che le ospitano: il collegamento alla Manica Nuova di Palazzo Reale e, successivamente, con la Galleria Sabauda, avvenuto nel 2012, e l’allestimento della Galleria Archeologica di Palazzo Reale, recentemente inaugurata, nel 2022.

Nell’occasione del tricentenario dalla prima menzione del Museo di Antichità, è stato creato un percorso di visita ad hoc, del tutto inedito, che collega appunto la sede museale con la basilica paleocristiana di San Salvatore. Si tratta di un luogo che, insieme alle chiese intitolate a San Giovanni Battista (Duomo di Torino) e Santa Maria costituisce, da più di un millennio, il centro della devozione cristiana del capoluogo subalpino. La ricorrenza ha determinato anche la scelta di allestire un’esposizione temporanea di settantacinque reperti denominata La scandalosa e la magnifica. 300 anni di ricerche in Piemonte su Industria e sul culto di Iside. I visitatori possono ammirare statue di bronzo e di marmo, iscrizioni e altri oggetti rari, proiettati in un’esperienza che li riporterà alle atmosfere che si respiravano nel centro urbano di Industria, considerata la città degli scambi commerciali, situata nelle vicinanze della confluenza dei fiumi Dora Baltea e Po, a pochi chilometri da Torino, e sorta su resti di un villaggio celto-ligure denominato Bodincomagus, citato anche da Plinio il Vecchio ne “Naturalis historia”.

Le vicende storiche di questo insediamento sono connesse indissolubilmente alla nascita del Museo di Antichità appunto e alla dinastia sabauda. Va ricordato che il sito in argomento, scoperto nel 1811 dall’archeologo Conte Bernardino Morra di Lauriano conserva le più antiche testimonianze del culto di Iside nel nostro paese, risalente al II secolo a.C.

La mostra rimarrà aperta fino al 10 novembre 2024. Per i visitatori, soprattutto per i più appassionati, potrebbe essere un’occasione per conoscere anche l’area archeologica dell’antica città, potendo così ammirare direttamente una rarità ovvero i resti dell’antico spazio sacro costituito dalle due aree templari dedicate alla Iside romana e a Serapide. Iside, a partire dall’epoca tolemaica, è stata venerata come la dea protettrice del matrimonio e dei naviganti. Il suo culto, diffusosi nel mondo ellenistico fino a Roma, ebbe un notevole impulso in occasione dell’ascesa della regina Cleopatra che, giunta nell’Urbe con Giulio Cesare, fece edificare vari templi, contribuendo così alla diffusione di queste pratiche devozionali in particolare tra le dominae romane. Analogamente il culto di Serapide si diffuse, dal 300 a.C. circa, da Alessandria di Egitto in tutta l’area mediterranea, in unione con la venerazione della stessa Iside, soprattutto tra le popolazioni greco-romane.

L’insediamento di Industria è ubicato nel comune di Monteu da Po distante, come già accennato, poco più di quaranta chilometri dal centro di Torino. L’ingresso è gratuito, l’apertura e le visite sono gestite dall’Associazione Culturale Athena.

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