Libri risparmiati dall’alluvione traslocano in seminterrati (a rischio allagamento)

Ignorata la preoccupazione di Italia Nostra e di altre realtà forlivesi: il Comune tira dritto, con l’autorizzazione della Soprintendenza, e ricovera il patrimonio della Biblioteca civica nei sotterranei di Palazzo Romagnoli e dell’ex asilo Santarelli

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Pesante il bilancio dei danni al patrimonio culturale di Forlì. L’alluvione del maggio 2023 ha sommerso di acqua e fango 32 siti, tra archivi e biblioteche, colpendo duramente i magazzini dell’Archivio comunale e della Biblioteca del Seminario Vescovile. “Solo” il deposito nel seminterrato del Seminario custodiva un fondo antico di circa 1.300 volumi, tra incunaboli, cinquecentine e seicentine, più i libri antichi della Biblioteca dei Gesuiti, per un totale di 150 mila tomi. Nel complesso di viale Asiago invece erano ricoverati i documenti e le pratiche edilizie dell’Archivio comunale, i depositi della Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” e quelli dei Musei Civici: dei 65 mila libri il 59% è stato così danneggiato da essere destinato all’inceneritore, insieme ai periodici e a 3.000 metri lineari di documenti. Perse in tutto 310,8 tonnellate di patrimonio librario e archivistico, secondo Mai più beni culturali nei sotterranei, la nota congiunta della sezione forlivese di Italia Nostra, di Nuova Civiltà delle macchine e del Tavolo delle associazioni ambientaliste, pubblicata il 24 novembre 2023. “Dopo questa esperienza – scrivono – ci si sarebbe aspettati che nei locali sotterranei fosse escluso per sempre l’utilizzo a biblioteca, archivi, depositi o esposizione di beni culturali. Non è così proprio in una delle città maggiormente colpite, Forlì, dove sono stati approvati, con il parere favorevole delle Soprintendenza, progetti che prevedono la collocazione dei libri della biblioteca, in tutto 125 mila volumi, nei sotterranei di due edifici”.

Dunque nessuna rivalutazione dei luoghi destinati al deposito e conservazione del patrimonio culturale, nemmeno alla luce di quanto accaduto nella primavera scorsa. E del tutto disattesa la richiesta alla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna di annullamento in autotutela delle autorizzazioni rilasciate per depositare i beni librari negli interrati dell’ex asilo Santarelli (100 mila libri) e nelle cantine di Palazzo Romagnoli (altri 25 mila); nonostante entrambi gli immobili siano in prossimità delle zone già interessate dall’alluvione e a ridosso dell’antico canale di Ravaldino: scampati una volta, non è detto siano al sicuro per sempre.

Forlì – Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi”, Salone Piancastelli

Eppure, a proposito dei magazzini in via Caterina Sforza 45, il dispositivo di autorizzazione segnalava che “si tratta di locali seminterrati con numerose finestre e aperture a livello del terreno con possibili rischi di allagamenti in ragione di possibili eventi meteorologici avversi; nei locali scorrono numerosissimi tubi contenenti acqua che, con l’usura del tempo, potrebbero danneggiarsi e costituire un ulteriore rischio per il materiale librario, tanto più che, trattandosi di un deposito distante dalla biblioteca e contenente materiale scarsamente consultato, un’eventuale perdita potrebbe essere scoperta dopo molti giorni”.

All’appello, promosso da Italia Nostra Forlì e dalle sigle ambientaliste locali, in poco più di un mese hanno aderito il Consiglio Direttivo Nazionale di Italia Nostra, i Consigli Regionali di Emilia-Romagna e Calabria insieme a varie sezioni locali, comprese quelle di Faenza e Ravenna, città già ampiamente provate dalla devastazione dell’acqua e del fango. Tuttavia, nemmeno l’interesse di studiosi ed esperti, con la partecipazione della società civile, ha bloccato il trasloco: lo scorso 11 gennaio è iniziata la movimentazione dei primi 85 mila libri, dai depositi della Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” all’ex asilo Santarelli. L’operazione dovrebbe terminare entro la prima metà di marzo per consentire l’avvio degli interventi di riqualificazione, finanziati dal PNRR, nella settecentesca sede di Palazzo del Merenda.

Quando la città di Forlì potrà disporre di una biblioteca rinnovata, c’è da augurarsi che abbia ancora un patrimonio librario con cui riempirla.

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