Furto su commissione? Rubati strumenti musicali, eredità del liutaio Maraviglia

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Furto nella notte tra il 7 e l’8 marzo a Pistoia: una di ventina di strumenti ad arco realizzati nel tempo dal liutaio Guido Maraviglia (1908-2001) sono stati rubati dalla casa dove visse e lavorò il maestro pistoiese. Gli strumenti sottratti, rimasti in eredità alla famiglia, sono databili tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta. Unico strumento non sottratto, forse a causa dell’ingombro eccessivo, un violoncello.

Guido Maraviglia, scomparso all’età di 92 anni, costruì il suo primo violino a 16 anni nella bottega paterna di Pontelungo e, dopo 75 anni di attività ha realizzato oltre 900 strumenti molti dei quali ancora oggi utilizzati nelle principali orchestre italiane ed europee. Il Laboratorio di Guido Maraviglia era stato ricavato nella soffitta della sua abitazione dove ci si poteva avventurare tra forme, disegni, strumenti in costruzione e legni rari con i quali realizzava cordiere, piroli e vari accessori tutti rigorosamente realizzati a mano da sé. Guido era il maggiore dei fratelli Maraviglia e fu inviato dal padre alla “scuola di mandolino” per imparare l’arte della costruzione. Nel 1924 gli fu assegnato dal prof. Pierantonio Micheli, primo violino al Regio Teatro Manzoni di Pistoia, un violino da riparare. Questa la sfida: costruirne uno nuovo. Gli inizi, come spesso capita ai più, non sono dei più incoraggianti ma si sa che la perseveranza e i buoni consigli fanno, nel tempo, la differenza. Anni di apprendistato presso i liutai fiorentini Igino Sderci e Lapo Casini, e presso l’ascolano Casare Castelli, gli permisero di realizzare soprattutto violini, viole e violoncelli.    

L’azione criminale che ha fatto perdere le tracce degli strumenti ad arco realizzati da Maraviglia riporta d’attualità non solo il fenomeno che da qualche anno si sta acuendo attorno agli strumenti ad arco, sempre più attenzionati dalla criminalità per i facili guadagni ritraibili, per gli agevoli spostamenti alle frontiere e per la relativa facilità di vendita dei beni di liuteria italiana all’estero, ma anche gli stringenti vincoli del rispetto della normativa italiana antiriciclaggio che prevede per i commercianti d’arte in generale, e di strumenti musicali in particolare, l’obbligo di svolgere una adeguata verifica sui propri clienti, che siano venditori o acquirenti, e di segnalare eventuali operazioni sospette (D.Lgs. 231/2007) alle competenti autorità.

In questa situazione particolare, trattandosi di numerosi strumenti realizzati su forme personali, con cartigli ben identificabili, montature originali realizzate a mano e strumenti quasi nuovi e senza segni di usura essendo stati lungamente conservati come beni da collezione e quasi mai utilizzati, risulta indispensabile la collaborazione dei liutai professionisti e dei musicisti al fine di poter recuperare quanto prima la refurtiva che, prima ancora dell’ingente valore economico, riveste particolare valore affettivo per la famiglia Maraviglia.

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