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Bartolomeo Della Gatta, San Francesco che riceve le stigmate, particolare (Foto: Wikimedia).

Alla vigilia della partenza verso il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Soprintendenza di Arezzo, Siena e Grosseto ha bloccato il trasferimento dell’opera San Francesco che riceve le stigmate: sarebbe a rischio la conservazione del bene, che è appena rientrato da una esposizione agli Uffizi. Il dipinto di Bartolomeo Della Gatta (1448-1502), coevo di Botticelli e allievo di Piero della Francesca, si trova nella Pinacoteca comunale di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo. Alla Galleria degli Uffizi è stato ammirato da più di 400 mila visitatori, come spiega il direttore Eike Schmidt, e ha riscosso un notevole successo.

Il Mart di Trento e Rovereto aveva richiesto in prestito l’opera al Comune di Castiglion Fiorentino per la mostra dedicata ai Pittori moderni della realtà Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier Bueno e Antonio Bueno, in programma dal 14 maggio al 18 settembre. Il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, già nel 2015 aveva selezionato il dipinto in questione per esporlo all’Expo di Milano e voleva riproporlo in questo nuovo progetto. Ma, proprio quando il dipinto doveva lasciare i confini comunali, è arrivato il blocco della Soprintendenza: uno spostamento a distanza di poco tempo dal precedente “metterebbe a rischio la conservazione del bene, che subirebbe un forte stress, anche in relazione alla materia costitutiva dell’opera, perché come manufatto ligneo, maggiormente sensibile alle variazioni micro-climatiche e alle sollecitazioni legate inevitabilmente alle fasi di movimentazione”.

Ora la questione è sul tavolo del Ministero della Cultura, che dovrà pronunciarsi in maniera definitiva. L’assessore alla cultura di Castiglion Fiorentino, Massimiliano Lachi, rispetta il parere tecnico della Soprintendenza, ma spera che arrivi un esito positivo entro il 14 maggio, data di inizio della mostra. La possibilità di esposizione dell’opera rappresenta, infatti, una grande opportunità di rappresentanza della città nel mondo e una grande fonte di orgoglio per Lachi, come castiglionese e come amministratore.

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