Perugia. Restituiti alla città di documenti storici del XIV e XV secolo

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Lo scorso 30 giugno, presso l’Archivio di Stato di Roma a Sant’Ivo alla Sapienza, è stata presentata la Collezione Albertini, una raccolta di circa 1.749 documenti e copertine in pergamena risalenti al XIV e XV secolo, acquisita dalla Fondazione Perugia un anno prima. I documenti, finemente decorati e dipinti, appartenevano a registri di podestà, capitani del popolo, giudici e sindaci del Comune di Perugia, rappresentando un prezioso patrimonio storico che ritorna nella città dopo oltre 170 anni. L’acquisizione è stata il risultato di una sinergia tra pubblico e privato, coinvolgendo l’Archivio di Stato, la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e la Fondazione Perugia.

Nel 1853, l’Amministrazione comunale di Perugia decise di vendere una parte della documentazione conservata in archivio, che fu acquistata per 500 lire da Joseph Spithöver, un antiquario tedesco residente a Roma. Dopo vent’anni, Spithöver propose l’acquisto sia al neonato Regno d’Italia che al Comune di Perugia, ma le istituzioni pubbliche furono battute sul tempo da Louis Albertini, un giurista argentino di origini italiane, che trasferì le pergamene a Parigi. Lì sono rimaste conservate dai suoi eredi fino al giugno 2024, quando la Fondazione Perugia ha acquistato 153 lotti in un’asta svoltasi a Parigi alla casa d’aste Mirabaud Mercier, previa autorizzazione degli Archivi di Francia.

Dal momento dell’acquisizione, i documenti sono stati oggetto di un intenso lavoro di studio, restauro e ricerca congiunto con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria, che sta portando alla ricostruzione della realtà dell’amministrazione giudiziaria di Perugia. La valorizzazione della collezione include anche la fruizione pubblica: è stata inaugurata a Palazzo Baldeschi a Perugia la mostra EXTRA Segni antichi/Visioni contemporanee, aperta fino al 6 gennaio 2026. La mostra, a cura di Marco Tonelli, presenta accostamenti tra i documenti storici e le opere di diciotto artisti contemporanei, tra cui Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Maria Lai, David Tremlett e Gianni Dessì, creando un dialogo tra passato e presente.

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