I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale riconsegnano una campana del XIX secolo

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Una campana in bronzo risalente al 1864 è stata restituita dal Cap. Manuel Curreri, Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale di L’Aquila, a Don Gabriele Tamilia, parroco della Chiesa di Santa Maria Assunta di Ripabottoni (CB), alla presenza del Col. Luigi Delle Grazie, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Campobasso, del Dott. Orazio Civetta,  Sindaco di Ripabottoni, e del Dott. Vincenzo Papa, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise. 

La campana è stata rinvenuta fortuitamente dagli eredi in un’abitazione del congiunto defunto, i quali, nell’immediatezza, hanno contattato i Carabinieri del Comando Provinciale di Campobasso, che a loro volta hanno interessato il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila.  

Le successive indagini effettuate dai militari del reparto specializzato dell’Arma, finalizzate a risalire alla provenienza e a ricollocare il bene nella sua originaria collocazione, sono state molto complesse poiché hanno interessato quasi tutte le Diocesi molisane, diverse parrocchie e fonderie del territorio, il locale Archivio di Stato, la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Campobasso e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise. 

Gli ulteriori accertamenti, le preziose indicazioni fornite da alcune testimonianze e il contributo offerto dalla Diocesi di Termoli-Larino permettevano di appurare come la campana provenisse dalla Chiesa di San Michele Arcangelo di Ripabottoni, molto frequentata nell’ottocento poiché edificata sul famoso tratturo che collegava Celano e Foggia. Tale luogo di culto era stato demolito verso la fine del 1950, per poi essere ricostruito, in dimensioni ridotte, grazie alle offerte dei fedeli. 

In virtù dell’odierna restituzione, la campana verrà conservata presso il Museo Parrocchiale “Paolo Gamba” situato nei locali attigui alla Chiesa di Santa Maria Assunta.

La conclusione della vicenda testimonia come la sensibilità culturale dimostrata da chi l’ha trovata abbia permesso ai militari dell’Arma di recuperare e restituire alla comunità di provenienza, anche a distanza di anni, un bene culturale di cui si era persa ogni memoria, evitando che potesse ulteriormente disperdersi ed entrare a far parte del mercato clandestino che i Carabinieri del TPC quotidianamente contrastano.

[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila].

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