Violini rubati e poi venduti sul web. Una sentenza del Tribunale Padova

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L’acquisto di strumenti ad arco fuori dai canali ordinari può costituire un serio problema non solo per chi li acquista, se non viene provata la buona fede, ma anche per chi li vende. È arrivata a sentenza la vicenda riguardante due violini rubati venti anni fa a Padova, con una condanna di sei mesi inflitta per truffa all’autore della vendita dei due costosi strumenti illecitamente sottratti e ceduti ad un ignaro docente di violino di Milano che li ha acquistati su una piattaforma di vendita on-line. La sentenza è stata pronunciata dal giudice del Tribunale monocratico di Padova che ha condannato il venditore anche al pagamento delle spese processuali, al risarcimento delle parti e alla corresponsione di una multa.

Il fatto: nel 2002 il liutaio padovano Roberto Lanaro aveva prestato due violini ad un musicista, suo cliente abituale, facendogli firmare la ricevuta di consegna e la presa in carico dei due strumenti, un “Lanaro” realizzato nel 1999 ed esibito a una mostra internazionale a Parigi, ed un “Igino Siega” del 1933, con valori rispettivi di 15mila e 30mila euro. Il violinista, partito per una tournée all’estero, non aveva più dato notizie di sé, non aveva più restituito i violini ricevuti e men che meno aveva regolato la cessione. Dopo qualche mese di vana attesa, il 16 settembre 2002, il liutaio Lanaro aveva sporto denuncia per il furto dei due strumenti. Dopo ben 17 anni la svolta. Un docente di violino di Milano, che aveva acquistato i due violini su una piattaforma on-line per la somma complessiva di 12.500 euro ed ignaro delle vicende legali pendenti sui due strumenti, si è rivolto al liutaio Lanaro per una normale azione di messa a punto e certificazione dei due strumenti, scoprendo in quella circostanza che i due violini risultavano rubati anni prima e sui quali pendeva una regolare denuncia alla pubblica autorità. 

A circa tre anni dal recupero degli strumenti, restituiti al legittimo proprietario Lanaro nel 2019, il giudice di Padova ha condannato il responsabile della truffa per avere venduto i due strumenti rubati, disponendo un risarcimento di 2.000 euro a favore del liutaio padovano e di 12.500 a favore del violinista milanese Roberto Compagnoni, che aveva investito quella somma per l’acquisto dei due strumenti tramite una piattaforma di commercio on-line.

Dunque la cautela non è mai troppa, né per i liutai che prestano strumenti in prova, né per i musicisti che, allettati da prezzi convenienti e da venditori occasionali, potrebbero incorrere nell’accusa di incauto acquisto (art. 712 c.p.) o, peggio, in quella di ricettazione (art. 648 c.p.).

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