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La storia a fumetti raccontata in questo libro descrive un’altra pagina di storia tristemente strappata alla cultura universale e felicemente ricomposta attraverso un grande lavoro di squadra. L’indagine condotta dal Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha consentito di rimpatriare il magnifico cratere d’Assteas considerato il vaso più bello del mondo.

Cratere di Assteas

A partire dal V secolo a.C. in numerosi centri dell’Italia meridionale e della Sicilia sorsero officine ceramiche che producevano vasi a figure rosse. Tra queste la bottega del maestro Assteas e del suo allievo Python, con un numero limitato di pittori che lavoravano in stretta collaborazione per una produzione molto uniforme che raggiunse un totale di circa 500 vasi (per attenerci a quelli rimasti).

Il vaso raffigura il ratto di Europa, una bellissima principessa, figlia del re della Fenicia, Agenore,  e di Telefassa, sorella di Cadmo, che diventerà il sovrano di Tebe in Boezia e porterà, secondo la leggenda, l’arte della scrittura in Occidente. Un giorno Zeus, mentre scrutava le bellezze terrene, notò la bellissima principessa insieme alle sue ancelle sulla riva del mare. Zeus s’innamorò perdutamente di lei e decise di assumere le sembianze di un toro bianco per poterla possedere e conquistare. La bella principessa, vedendolo mansueto, si avvicinò per poterlo accarezzare e ad un certo punto le venne voglia di cavalcarlo. Europa gli salì in groppa e Zeus, che non aspettava altro, spiccò un salto e arrivò nell’isola di Creta, portandola via. Qui Zeus svelò la sua vera identità e dichiarò il suo amore prontamente ricambiato da Europa. Dall’unione di Europa e Zeus nacquero Minosse, Sarpedone e Radamanto.

Cratere-di-Assteas.-Particolare

Questo mito era considerato nell’antichità come il momento fondatore di una certa identità europea, la cui ultima tappa consisterà nell’inclusione del nome geografico del continente tra le terre conosciute del Vecchio Mondo.

Il libro nasce dalla convinzione che la base culturale della nostra nazione poggi sulle fondamenta che sono rappresentate dai nostri giovani, che rappresentano un fattore essenziale per il nostro futuro. Nelle loro mani riponiamo la cultura d’Europa, già continente della diversità, diversità che costituiscono la nostra ricchezza e che devono essere preservate. Ma al di là di queste diversità dobbiamo continuare a lavorare per rafforzare un sentimento di identità e di appartenenza congiunto del nostro Paese per far prevalere i valori di democrazia e di pace, con il rispetto della diversità culturale, vigilando sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo e riconoscere la libertà delle arti e delle scienze come valori comuni a tutti i popoli d’Europa.

Questo lavoro non sarà vano se ogni piccolo lettore rifletterà sull’importanza che ha il ritorno di un bene che ha viaggiato, vedendo cancellata la propria storia, la propria identità, e dopo un lungo peregrinare torna dove la storia lo mise. Sarebbe ancora meno vano se la stessa riflessione venisse fatta dagli adulti spesso superficiali, disattenti e incuranti dell’importanza della valorizzazione e del rispetto del nostro immenso patrimonio culturale.

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