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Leonardo da Vinci è stato uomo di straordinaria umanità ed eticità. Con ingegno dedicò la propria esistenza alle arti e alle scienze, manifestando profondo amore verso la Natura e le sue leggi, donando capolavori immortali e un’ingente progettazione di opere delle quali è possibile trovare riscontro in migliaia di “fogli” (molti purtroppo dispersi), raggruppati in Codici conservati presso diverse biblioteche italiane ed internazionali. È noto il puntiglio con il quale Leonardo operava, con senso di universale eternità, badando con moralità più “all’onore che alla pecunia”.

E per uno strano paradosso della storia, oggi che pecuniae citissime percurrunt mentre l’onore par essere rimasta la virtù dei poveri, due strumenti ad arco che portano il suo nome saranno posti all’asta il prossimo giugno rispettivamente presso Tarisio (Stradivari) e Aguttes (Guarneri) con quotazioni importanti. Prima di passare alla parte economica val la pena ricordare che Leonardo da Vinci riteneva la musica una “sorella minore” atta a raffigurare l’invisibile, rispetto alla pittura ritenuta invece la “sorella maggiore”.

Da tutti apprezzato come buon inventore, Leonardo nel 1494 costruì una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, grazie alla quale superò tutti i concorrenti partecipanti ad una gara per “musici” organizzata alla corte di Ludovico il Moro, presso il Castello Sforzesco di Milano. E disegnò molti altri strumenti musicali, alcuni dei quali poi realmente costruiti, altri rimasti sulla carta come opera d’ingegno.

Leonardo non costruì mai violini ma, come anticipato, un violino Antonio Stradivari del 1714 e un Giuseppe Guarneri del 1736 portano il suo nome, più come tributo al genio italico per antonomasia che per una reale appartenenza dei beni citati alla famiglia. Lo Stradivari “Da Vinci – ex Seidel”, già di proprietà di Toscha Seidel virtuoso violinista che lo suonò per oltre 40 anni, è stato stimato 20 milioni di dollari mentre il Guarneri, di proprietà di Regis Pasquier violinista francese di fama internazionale, 10 milioni di euro. Vista la dinamicità del settore liutario queste quotazioni potrebbero anche riservare delle sorprese che, in questo settore si sa, sono sempre numerose.

Tanto lo Stradivari 1714 quanto il Guarneri 1736 rimangono strumenti interessanti sia sotto il profilo storico sia sotto il profilo costruttivo; l’apprezzamento economico segue, invece, dinamiche differenti. A fronte delle quotazioni “stellari” la speranza è quella che la rinnovata notorietà davinciana non stimoli appetiti diversi, come quelli che nel 1911 spinsero Vincenzo Peruggia, carpentiere di Luino, a sottrarre la Gioconda dal Museo dal Louvre di Parigi.

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