Un violino Amati a Castel Sant’Angelo tra le opere d’arte sequestrate dai Carabinieri

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Il mondo salverà la bellezza? Questo il titolo della bella mostra inaugurata alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini in corso al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo (13 luglio – 4 novembre 2021), che propone un’accurata selezione dei reperti recuperati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Tra i capolavori esposti si devono annoverare il Cratere di Eufronio con Eracle che combatte contro Kyknos, alcune tele attribuite a Brueghel e a Veronese, diverse statue di tutte le epoche frutto del paziente e certosino lavoro investigativo dei Carabinieri che ha consentito il recupero delle opere d’arte presenti in mostra.

Locandina della mostra a Castel Sant’Angelo, Il mondo salverà la bellezza?

Una sezione specifica del percorso espositivo della mostra è dedicata proprio al recupero dei Beni Culturali e alle indagini che hanno permesso la restituzione di oggetti illegalmente sottratti e la loro successiva messa in sicurezza. Ma salvare l’arte significa anche evitare l’uscita di gran parte del nostro “tesoro” dai confini nazionali. Una difficile attività che viene svolta con costante impegno dagli Uffici Esportazioni del Ministero della Cultura (MiC) che, in stretta collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, controllano il movimento e la compravendita di oggetti d’arte, impedendo una tragica emorragia culturale costituita non solo dai beni ma anche dalla fiducia riposta nella loro tutela e conservazione.

In ambito musicale vale la pena ricordare il recentissimo recupero (28 maggio 2021) della collezione Vazquez attuata dal Nucleo TPC di Bologna, in collaborazione con quelli di Udine e Roma e con il fattivo supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tarvisio (UD). Nel corso di un’articolata attività investigativa finalizzata a contrastare l’esportazione illecita di beni culturali, i Carabinieri hanno operato il sequestro dell’intera collezione privata di strumenti musicali appartenuta al prof. José Vazquez (1951-2021) che consta di oltre 150 beni culturali, fra cui 95 strumenti musicali antichi “a corda”: viole da gamba, viole d’amore, violini, viole, violoncelli, violoni, violini speciali, clavicembali e archi storici.

Tra i beni esposti nella mostra di Castel Sant’Angelo c’è anche un violino di Andrea Amati illecitamente esportato negli USA nel 2010 e recuperato a Roma nel 2011. È uno strumento emblematico che testimonia l’ampia attività investigativa svolta nell’ultimo decennio dai Carabinieri su impulso della Procura della Repubblica di Roma ed in particolare del sostituto procuratore Maria Bice Barborini che ha chiesto il rinvio a giudizio di un noto liutaio svizzero, operante a Roma, per i reati di truffa, appropriazione indebita, falsità materiale, ricettazione e violazione delle norme doganali.

Il violino Amati presente in mostra a Castel Sant’Angelo.

Numerosi gli strumenti coinvolti: Amati, Stradivari, Guarnieri, Grancino, Guadagnini, Gotti e Ansaldo Poggi. Proprio un violino Ansaldo Poggi del 1968 aveva innescato una approfondita indagine. Un imprenditore veneto, nell’ottobre del 2014, si è rivolto alla giustizia poiché, dopo aver sottoscritto una procura speciale davanti ad un notaio, ha affidato lo strumento musicale al liutaio svizzero affinché lo vendesse al miglior prezzo sul mercato di settore. L’anno successivo, revocata la procura speciale, l’imprenditore ha richiesto la restituzione dello strumento al liutaio ma questi, non ottemperando, ha posto in essere l’appropriazione indebita alla quale ha fatto seguito la denuncia. Un caso simile era stato accertato dalla giustizia anche nel 2010: un violinista, proprietario di un Pietro Guarneri con valore stimato in 800.000 euro, aveva chiamato in causa il noto liutaio svizzero che aveva venduto lo strumento senza corrispondere al musicista alcuna somma derivata dalla vendita del violino. Scomparso dalla circolazione per molti mesi, lo strumento è stato ritrovato a Roma, presso l’abitazione di un altro musicista ed è stato restituito dai Carabinieri TPC al suo legittimo proprietario che ha recuperato, così, il suo violino nel febbraio 2012. Il 19 dicembre 2013 il liutaio svizzero è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per appropriazione indebita e ricettazione.

Anche per l’Amati esposto a Castel Sant’Angelo la storia è simile: il violino è stato riconsegnato volontariamente da un cittadino americano informato tramite l’INTERPOL della provenienza illecita dello strumento musicale. Il sequestro del bene è stato eseguito nell’ottobre 2011 da parte dei Carabinieri TPC su delega della Procura della Repubblica di Roma. Nel 2017 si è concluso il processo a carico del citato liutaio svizzero per truffa e appropriazione indebita nonché per esportazione illecita di diversi strumenti musicali ad arco. Nel 2019 la Corte d’Appello di Roma ha confermato la sentenza di primo grado e la confisca di alcuni strumenti. Nel maggio 2021, il violino Amati, è stato assegnato al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.

Quella del violino Amati potrebbe essere considerata una storia a lieto fine come tante, in realtà è solo un nuovo inizio con una storia ancora tutta da scrivere di un importante bene liutario finalmente musealizzato.

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