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L’“Arte Salvata”, un ponte tra Le Havre e Mestre

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Cosa hanno in comune il MuMa – Musée d’Art Moderne André-Malraux di Le Havre e l’M9 – Museo del ‘900 di Mestre? Apparentemente nulla. Il museo francese è stato inaugurato nel 1845, M9 il primo dicembre 2018, in due epoche distanti e distinte. Uno è dedicato all’arte moderna con una ricca collezione di pittura impressionista, l’altro è un museo tecnologico, multimediale e interattivo che spiega e racconta l’etnografia, “per conoscere il nostro passato, comprendere il presente e immaginare il futuro”. Eppure questi due poli culturali, lontani e così diversi, sono legati da una memoria condivisa: i bombardamenti e l’annichilimento della Seconda Guerra Mondiale, eventi che hanno profondamente segnato la storia e il paesaggio urbano dei luoghi dove sono nati.

Marianne Mathieu, storica dell’arte, co-curatrice della mostra e fondatrice dell’agenzia ACPA – Advising Curating Producing Art, in apertura del catalogo scrive: gli “attacchi, condotti dalle forze alleate per indebolire l’occupazione nazista, distruggono oltre l’80 per cento della città, lasciando solo rovine, perdite umane e un trauma collettivo”. Il Museo di Belle Arti, “uno dei gioielli culturali e morali” di Le Havre, viene raso al suolo: alla vigilia del conflitto conservava oltre 1.400 opere, tra dipinti di scuola francese, disegni e incisioni, prontamente messe in salvo da funzionari e proprietari in una eroica evacuazione del 1942.

Deposte armi e ostilità, nel 1945 parte la riorganizzazione delle infrastrutture essenziali e solo nel 1952 si comincia a pensare alla cultura. Il museo, nella nuova forma di Maison de la Culture, riapre il 24 giugno 1961. È il primo ricostruito in Francia nel dopoguerra. Il 15 luglio 2005 l’UNESCO riconosce al centro storico di Le Havre la qualifica di Patrimonio Mondiale.

Anche Mestre è un obiettivo strategico. Lo snodo ferroviario e il polo industriale di Porto Marghera, dove si concentra la produzione di materie prime e di manufatti impiegati nello sforzo bellico, sono bersagli sensibili. L’attacco più catastrofico avviene il 28 marzo 1944: “oltre 400 tra morti e feriti, un patrimonio abitativo devastato e innumerevoli edifici pubblici e di culto danneggiati o distrutti”, ricordano Vincenzo Marinese e Serena Bertolucci, rispettivamente presidente e direttrice della Fondazione M9 – Museo del ‘900. Foto, video e materiali d’archivio testimoniano la violenza dei bombardamenti: “molti di questi documenti sono realizzati con intenti propagandistici, con immagini manipolate o scene costruite ad arte, mentre altri materiali, come le riprese dall’alto scattate dai bombardieri stessi, restituiscono un crudo realismo documentaristico”. Una selezione di queste fotografie, esposte nell’attraversamento che dal secondo piano conduce alle scale per il terzo, dov’è allestita la mostra temporanea, inizia i visitatori all’orrore dell’urbicidio. Il bianco e nero, il contrasto tra il prima e il dopo, tra un paesaggio vivente e uno di macerie e polvere, sono il contraltare alle tinte, alle pennellate materiche, ai tocchi levigati delle oltre 50 tele che il MuMa per la prima volta concede in prestito, quasi a siglare, nell’ottantesimo anniversario dalla fine del conflitto, un ideale gemellaggio tra le due città. Nel segno della rovina e della rinascita.

Auburtin, Bonnard, Boudin, Braque, Camoin, Denis, Droppe, Dufy, d’Espagnat, Friesz, Gauguin, Guilloux, Jongkind, Lombard, Marquet, Maufra, Ménard, Monet, Monod, Moret, Renoir, Roussel, Sisley e Valtat, impressionisti, fauvisti, nabis e neoimpressionisti, sono qui doppiamente testimoni: dell’arte tra Otto-Novecento e dell’arte salvata, “generatrice di vita, di umanità, di unione e di futuro”.

Arte Salvata. Capolavori oltre la guerra dal MuMa di Le Havre in mostra fino al 31 agosto 2025 all’M9 – Museo del ‘900, Via Giovanni Pascoli 11 a Venezia Mestre. Aperture al pubblico: mercoledì, giovedì e venerdì ore 10:00-18:00; sabato e domenica ore 10:00-19:00.

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