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Il violino “relativo”

(Tempo di lettura: 4 minuti)

In base a diversi studi scientifici ampiamente diffusi è ormai noto che la musica, sia praticata sia ascoltata, attiva particolari aree del cervello che dai suoni vengono stimolate. Il cosiddetto “potere delle note” risiede nel fatto che la musica riesce ad attivare alcune aree neuronali dove risiedono le facoltà cognitive dell’apprendimento, della memoria e del movimento. Questa è la ragione per la quale è stato provato che la musica influisce sul battito cardiaco, sulla pressione sanguigna, sulla respirazione, sugli ormoni dello stress, sulle endorfine e può dare benefici sulla memoria, sull’apprendimento, sulla concentrazione e, in ultimo, sulla produttività in ambito lavorativo. La musica favorisce le attività cerebrali complesse, migliora la percezione spazio-temporale ed è stato dimostrato che i bambini che studiano musica presentano una crescita superiore del Q.I. rispetto alla pratica di altre attività extrascolastiche, parimenti meritorie.

Un violino venduto tre anni fa per la ragguardevole somma di 450.000 Euro ha riacceso il confronto su questi temi: tavola in abete, fasce, fondo e manico in acero con un cartiglio interno che recita “Made for the Worlds Greatest Scientist Profesior Albert Einstein by Oscar H. Steger, feb. 1933 / Harrisburg, PA”.
Non uno Stradivari, ma un violino “simbolo”, un violino speciale appartenuto al più importante fisico del XX secolo e noto al mondo per la formula dell’equivalenza massa-energia (E= mc2): Albert Einstein.

Incoraggiato allo studio della musica da parte della madre Pauline, pianista di talento, Einstein iniziò a studiare violino all’età di 6 anni e da quel momento in poi la musica divenne una vera e propria passione. Elsa, la seconda moglie del fisico tedesco naturalizzato svizzero e poi statunitense, affermò in più occasioni che: “La musica lo aiuta quando pensa alle sue teorie. Va nello studio, torna indietro, suona qualche accordo al piano, annota qualcosa, torna nello studio”. È altresì noto che Einstein viaggiava raramente senza il suo violino e che la musica aveva assunto una dimensione tale nella sua vita da avere un posto fisso in agenda, ovunque si trovasse e qualunque fossero gli impegni in calendario: il giorno fisso per fare musica da camera assieme ad altri musicisti era il mercoledì sera.

Quando nell’ottobre 1933 Einstein giunse negli Stati Uniti per accettare l’incarico al Princeton Institute for Advance Study, sfuggendo dalle persecuzioni degli intellettuali ebrei nella Germania nazista, trovò un regalo inaspettato: Oscar H. Steger, liutaio e musicista dell’orchestra sinfonica di Harrisburg in Pennsylvania, gli aveva costruito un nuovo violino che fu presentato al professore poco dopo il suo arrivo e l’annuncio dell’omaggio fu riportato il 25 e il 26 ottobre su due giornali dell’epoca della città di Harrisburg.

La storia del violino costruito da Steger e donato ad Einstein ci ricorda che la musica non stimola solo la creatività ma può andare oltre. Secondo Einstein, infatti, l’insight nelle scoperte scientifiche non è solo un prodotto della logica o della matematica ma anche dell’intuizione e dell’ispirazione: tutte le grandi conquiste della scienza partono dalla conoscenza intuitiva e dall’immaginazione, e quest’ultima il più delle volte si rivela più importante della conoscenza. Il legame esistente tra la fisica, la matematica, le scienze… e la musica è lo stesso legame che unisce la ragione all’intuizione: la scienza senza la musica è come la conoscenza senza immagini, sentimenti, suoni, colori. L’intuizione, dunque, è la chiave che apre il mondo e la musica ci offre grandi stimoli in tal senso: ce lo ha insegnato Albert Einstein, col suo violino.

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