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Andria (BT). Sorpreso con reperti archeologici in un capannone, denunciato

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I Carabinieri della Compagnia di Andria hanno conseguito un importante risultato nel contrasto al mercato illecito dei beni archeologici esistente in Puglia.

Le indagini hanno preso spunto dall’individuazione di un’abitazione occupata da un 30enne rumeno, in cui vi era il sospetto che venissero occultate armi, munizioni e materiale esplodente illegalmente detenute. Durante le operazioni di perquisizione, è stato individuato un capanno agricolo, di pertinenza dell’abitazione, nel quale sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici, costituiti da lampade, anfore, ciotole, brocche, scodelle, contenitori vari e monete, unitamente ad un metal detector, utilizzato per sondare i vari terreni di interesse.

Ulteriori accertamenti investigativi e tecnici hanno consentito di riscontrare che i reperti sequestrati sono tutti originali e di grande importanza storico – scientifica, riferiti alla fase compresa tra il IV ed il III secolo a.C., molto probabilmente sottratti da uno dei numerosi siti archeologici presenti in Puglia,  tra cui spiccano quello di Canosa di Puglia e di Herdonia, nei pressi della cittadina foggiana di Ordona, città romana, teatro di due battaglie della seconda Guerra Punica, avvenute proprio nel III sec. a.C., precisamente tra il 212 ed il 210.

Al termine degli accertamenti, i reperti sono stati messi a disposizione della Sezione Carabinieri Tutela per il Patrimonio Culturale di Bari.

Il cittadino rumeno, denunciato in stato di libertà per ricettazione di reperti archeologici,  non ha saputo giustificare il possesso del piccolo tesoro, il cui valore, benché inestimabile, nel mercato illegale avrebbe potuto fruttargli circa mille euro al pezzo.

 

 

 

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