Un altro caso di looted art: riemerge in Giappone il violino Stradivari “Mendelssohn” del 1709 rubato in Germania nel 1945 dal caveau della Deutsche Bank

Un violino Stradivari del 1709, rubato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è riemerso a Tokyo nella disponibilità di un musicista giapponese. A dichiararlo è la studiosa statunitense Carla Shapreau, a capo del Lost Music Project, un’iniziativa che ha come finalità il rintracciamento di strumenti musicali trafugati nella Germania nazista. Le sue approfondite e documentate ricerche hanno identificato il violino Stradivari “Mendelssohn” del 1709, scomparso dal 1945, con un identico strumento stradivariano, “ribattezzato” però con il nome di “Stella” del 1707.
Questi i fatti. Nell’estate del 2024, Carla Shapreau si è imbattuta nella foto di un violino noto come Stradivari “Stella” del 1707, fotografato in occasione di una mostra di liuteria a Tokyo nel 2018. Esaminando l’immagine, ha identificato nello strumento esposto numerose e sorprendenti somiglianze nella forma e nei segni d’usura con il “Mendelssohn”, scomparso nel 1945 dalla Deutsche Bank di Berlino. Le ipotesi della Shapreau sono state confermate da diversi studiosi, tra cui anche Jason Price, fondatore della casa d’aste Tarisio, specializzata nella vendita di strumenti antichi di liuteria. Price ha affermato di aver visto personalmente lo “Stella” nel 2000, quando era in conto vendita presso Tarisio, con una valutazione compresa tra 1,2 e 1,5 milioni di dollari. “È rimasto nel caveau di Tarisio per diversi mesi – ha aggiunto Price – nell’autunno del 2000, senza che si sapesse ancora che si trattava dello Stradivari Mendelssohn rubato”.
Negli anni Venti del Novecento, lo strumento “Mendelssohn” apparteneva alla violinista Lilli von Mendelssohn-Bohnke, esponente di una nota famiglia di banchieri ebrei tedeschi. Quando i nazisti salirono al potere negli anni Trenta, emanarono leggi razziali che proibivano agli ebrei di possedere proprietà. La banca di famiglia, dove il violino era stato custodito dopo la prematura morte della violinista in un incidente d’auto nel 1928, fu liquidata nel 1938. Lo strumento fu quindi trasferito in una cassaforte della Deutsche Bank, che venne successivamente saccheggiata nel 1945 durante l’occupazione sovietica di Berlino, sebbene non sia chiaro se il violino sia scomparso prima o dopo tale occupazione. Negli anni successivi, la famiglia Mendelssohn-Bohnke cercò invano di ritrovarlo, presentando denunce alle autorità e acquistando spazi pubblicitari su riviste specializzate per raccontare la storia dello Stradivari e reclamarne la restituzione.
Il violino noto come “Stella” è oggi di proprietà del violinista giapponese Eijin Nimura, che lo ha acquistato nel 2005. Nimura ha sempre menzionato apertamente lo strumento sul proprio sito web, sui social media e in altre occasioni pubbliche. Non ci sono prove di illeciti da parte sua, né che abbia acquistato il violino se non in buona fede. Secondo le ricerche condotte da Carla Shapreau, lo “Stella” è riemerso a Parigi nel 1995 e, quello stesso anno, fu certificato a Londra dal liutaio Charles Beare, che lo datò tra il 1705 e il 1710. All’epoca, nessuno era a conoscenza di un possibile collegamento tra lo “Stella” e lo Stradivari “Mendelssohn” rubato. Il violino non fu venduto da Tarisio nel 2000 e fu poi acquistato da Nimura nel 2005, con una dichiarazione di provenienza che attestava fosse stato “in possesso di una nobile famiglia residente in Olanda fin dai tempi della Rivoluzione francese”.
Negli ultimi anni, commercianti di strumenti musicali, musei e istituzioni culturali sono stati sottoposti a crescenti pressioni affinché restituissero gli oggetti trafugati ai legittimi proprietari o ai loro discendenti. Questo pone in una posizione estremamente delicata molti attuali possessori, che hanno acquisito tali beni in buona fede e a fronte di ingenti somme di denaro. In questo caso, le leggi giapponesi tutelano gli acquisti effettuati in buona fede, ed è per questa ragione che gli avvocati del musicista hanno dichiarato che il loro assistito non ha alcun obbligo legale né di restituzione del bene agli eredi Mendelssohn.

Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.

