Latina. Nuovo sequestro di reperti archeologici illecitamente detenuti
I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, a seguito di una mirata intensificazione del controllo del territorio e a contrasto dei traffici illeciti, hanno individuato e sequestrato una collezione di beni archeologici indebitamente detenuti.
Il piano d’azione è stato sviluppato dai Finanzieri della Compagnia di Terracina che, a seguito di complessa attività informativa e investigativa, hanno eseguito un controllo mirato rinvenendo, in una abitazione privata, numerosi beni di varia natura e ben conservati.
In particolare, sono state ritrovate più di 500 monete ascrivibili a un arco cronologico compreso tra il IV secolo a.C. ed il III secolo d.C. Inoltre, sono stati recuperati 13 pezzi tra anfore e vasellame vario, alcuni dei quali appartenenti ad una prestigiosa raccolta denominata “Navarra”, risalente al VII e al VI secolo a.C., la cui originaria composizione era data da più di 600 esemplari, di stile protocorinzio, corinzio, ionico e attico con un valore stimato di oltre mezzo milione di euro, e anche una spada bronzea risalente all’età del ferro (IX-VII a.C.)
Si tratta di un rilevante quantitativo di beni e reperti, anche di carattere numismatico, di primario interesse storico-archeologico, cosi come confermato dalle valutazioni della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone e Latina, che avrebbero fruttato, se immessi sul mercato clandestino, anche internazionale, un ingente guadagno.
La normativa di settore prevede, infatti, che qualunque cittadino che venga in possesso o scopra fortuitamente cose immobili o mobili di valore storico-archeologico, ne debba fare denuncia entro ventiquattro ore al soprintendente o al sindaco ovvero all’autorità di pubblica sicurezza, e provvedere alla conservazione temporanea di esse, lasciandole nelle condizioni e nel luogo di rinvenimento.
Grazie all’intervento operato potranno inoltre essere avviate le procedure per garantirne la lecita conservazione e definirne le corrette modalità di gestione e detenzione a beneficio dell’intera collettività.
Il sequestro di beni archeologici, detenuti illecitamente in Italia o all’estero, anche sotto forma di “beni rifugio”, oltre che rispondere a esigenze di legalità, assume un profondo valore sociale, poiché consente di restituire ai cittadini inestimabili ricchezze storico-culturali, spesso di potenziale interesse anche della criminalità, configurandosi come attività illecite estremamente lucrative.
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