Il gruppo del “Gladiatore che uccide il leone” ritorna nel luogo da cui era stato rubato

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Prende il via con la simbolica restituzione di un centinaio di opere custodite nei depositi dei musei più importanti d’Italia il nuovo progetto lanciato dal Ministero della Cultura, 100 Opere tornano a casa.
Voluto dal ministro Dario Franceschini, il programma mira a promuovere il patrimonio storico, artistico e archeologico italiano conservato nei depositi e nei luoghi d’arte statali.

Il Ministro ha dichiarato che il progetto restituirà nuova vita a opere d’arte finora poco visibili di artisti noti e non. Un secondo importante obiettivo è quello di incentivare i musei più piccoli, periferici e meno frequentati. Attualmente, le opere dei musei statali sono solo in minima parte esposte: proprio dal gran numero di beni custodito nei depositi provengono i dipinti e i reperti interessati da questa iniziativa. Questo è solo l’inizio di un progetto che si propone a lungo termine con l’intento di valorizzare l’enorme patrimonio culturale di proprietà dello Stato. 

Tra le 100 opere d’arte che faranno ritorno, c’è anche il gruppo scultoreo del Gladiatore che uccide il leone. Già facente parte della seicentesca Collezione Giustiniani, l’opera tornerà nell’omonima villa presso Bassano Romano a distanza di 56 anni dal furto.

Gli esperti avevano notato l’assenza dei due elementi a partire da un disegno della composizione scultorea integrale commissionato nel 1631 dallo stesso marchese Giustiniani per documentare la sua collezione.

Il gruppo scultoreo era stato trafugato dalla Villa tra il 1966 e il 1971. Il torso del gladiatore, conosciuto come Torso di Mitra era riapparso in California nel 1984, in seguito alla pubblicazione di alcune foto che documentavano interventi di restauro effettuati dal Getty Museum sulla scultura. Constatata la provenienza illecita del pezzo, il busto era stato restituito all’Italia dal museo americano nel 1999 per essere collocato nel Parco Archeologico di Ostia Antica.

Bizzarra invece la coincidenza che ha visto “ricomparire” la testa del leone nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, nella Villa di Capo di Bove acquisita dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nel 2002. Con ogni probabilità la scultura era stata acquistata dal vecchio proprietario della villa sul mercato d’arte locale, senza alcun processo di due diligence, ed è stata riconosciuta come pezzo mancante del gruppo scultoreo della collezione Giustiniani anche grazie alla sua catalogazione negli archivi della Soprintendenza.

Così nel 2016, in seguito a intense ricerche e al sapiente lavoro dei Carabinieri, due dei tre pezzi che componevano originariamente il Gladiatore che uccide un leone, tornarono insieme per la prima volta dopo 50 anni. E oggi, grazie all’iniziativa 100 Opere tornano a casa, il gruppo scultoreo fa ritorno nel luogo da dove era stato illecitamente sottratto.

[Fonte: Ministero della Cultura].

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