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Per la prima volta nella storia francese un’opera d’arte della collezione nazionale, l’unica di Gustav Klimt, Rosiers sous les arbres (1904-05), verrà restituita ai legittimi proprietari, gli eredi della viennese Nora Stiasny, che lo vendette sotto costrizione durante l’era nazista. Lo ha annunciato il Ministro della Cultura Roselyne Bachelot-Narquin nella conferenza stampa tenutasi a Parigi il 15 marzo scorso.

Poiché l’opera è attualmente esposta al Musée d’Orsay, la restituzione non sarà cosa facile e comporterà un lungo processo legale. “Il governo francese presenterà un disegno di legge destinato ad autorizzare l’uscita di quest’opera dalle collezioni”, ha affermato Bachelot.

Il dipinto fu acquistato da un ricco magnate dell’acciaio e collezionista d’arte ebreo-austriaco Viktor Zuckerkandl nel 1911. Dopo la morte di Zuckerkandl e di sua moglie Paula, la tela fu lasciata in eredità a sua nipote, Eleonore “Nora” Stiasny che per sopravvivere fu costretta a venderla “per quasi nulla” nell’agosto 1938, poco dopo che Hitler aveva annesso l’Austria alla Germania. L’acquirente era Philipp Häusler, un membro del partito nazista, un “cosiddetto amico” che secondo Bachelot “istigò” la vendita e conservò l’opera fino alla sua morte nel 1960. Nora fu deportata in Polonia nel 1942 e morì quell’anno, così come suo marito e suo figlio.

Nel 1980, quando i funzionari stavano costruendo la collezione di arte moderna del paese, lo stato francese acquistò il dipinto dalla Galerie Peter Nathan di Zurigo per il futuro Musée d’Orsay; all’epoca era di proprietà di Herta Blümel, la compagna di Häusler, da cui l’aveva ereditata. 

Due ricercatrici austriache, Monika Mayer del Museo del Belvedere di Vienna e Ruth Pleyer, esperta d’arte, hanno scoperto l’identità di Blümel nel 2016 mentre cercavano di stabilire la provenienza del dipinto, avendo potuto consultare la documentazione, divenuta accessibile alla fine degli anni ’90, riguardante il modo in cui Häusler aveva ottenuto il dipinto. In un primo momento, nel 2017, l’Austria ha restituito agli eredi di Stiasny un altro dipinto di Klimt, Apple Tree II, ma le autorità austriache si sono poi rese conto di aver fatto un errore e hanno successivamente appurato che era Rosiers sous les arbres a dover essere restituito. I legittimi proprietari hanno così presentato un reclamo tramite il loro avvocato, Alfred Noll, nel 2019. 

Durante la conferenza di ieri, i funzionari hanno tenuto a precisare che, a tempo debito, la Francia aveva chiesto informazioni sulle origini dell’opera ma non erano state trovate prove della vendita sotto costrizione.

“Erano state effettuate tutte le verifiche necessarie”, ha detto Bachelot, aggiungendo che solo negli ultimi anni ricercatori e storici francesi e austriaci hanno potuto ripercorrere l’intera storia del dipinto, un processo che è stato “particolarmente arduo a causa della distruzione della maggior parte delle prove e la disgregazione dei ricordi di famiglia “. A sentire la Pleyer, Nora era stata cacciata di casa e la maggior parte dei suoi effetti personali erano stati gettati via dopo la sua deportazione.

Nel 2019, dopo aver subìto per anni critiche sul fatto che gli sforzi in tale direzione non fossero stati abbastanza efficaci, il Ministero della Cultura francese ha formato una taskforce con l’obiettivo di cercare e restituire alle famiglie ebree le opere d’arte saccheggiate o vendute sotto costrizione durante l’occupazione nazista. A questo proposito la Bachelot ha puntualizzato che il Louvre sta attualmente riesaminando tutte le acquisizioni effettuate tra il 1933 e il 1945.

Laurence des Cars, direttore del Musée d’Orsay, ha affermato: “Rimuovere un dipinto così importante dalle collezioni nazionali è una decisione pesante, che onora il nostro impegno collettivo per la memoria delle vittime della barbarie nazista”.

“Rosiers sous les Arbres è un dipinto e come tale non può parlare. Ma sarà per sempre testimone di quelle vite che una persecuzione criminale ha cercato di far sparire. È il compimento di un atto di giustizia”, ​​ha concluso il Ministro Bachelot, orgogliosamente in piedi accanto al capolavoro di inizio XX secolo.

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