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Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) nasce il 3 maggio 1969 precedendo di un anno la Convenzione Unesco di Parigi del 1970, che avrebbe raccomandato agli Stati membri di adottare opportune misure per contrastare l’acquisizione e la circolazione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché di istituire uno specifico organo finalizzato a questa missione.

A testimonianza del costante interesse dimostrato dall’Italia nei confronti delle iniziative di tutela e salvaguardia dei beni culturali e della lotta ai crimini contro il patrimonio, il nostro paese si distinse dunque per essere la prima nazione al mondo a dotarsi di un corpo speciale finalizzato all’intervento in questo settore.

Il Comando, che ha assunto l’attuale denominazione nel 2001, risponde direttamente al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per quanto concerne le sue missioni in termini di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale nazionale.

Roberto Riccardi

Allo stato attuale il corpo è guidato dal Generale di Brigata Roberto Riccardi, già Capo Ufficio Stampa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, che ne ha assunto il comando il 12 settembre 2019 subentrando al Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, in carica dal 26 luglio 2016.

Il Comando TPC può contare su 300 militari dell’arma suddivisi in una struttura ramificata di 15 Nuclei territoriali e una Sezione per la Sicilia Orientale, dipendente dal Nucleo di Palermo, facenti capo alla struttura centrale a Roma composta dall’Ufficio Comando e dal Reparto Operativo, a sua volta articolato nelle sezioni “Antiquariato”, “Archeologia”, “Falsificazione” e “Arte contemporanea”, con il compito di amministrare il coordinamento investigativo su scala nazionale e cooperare a livello internazionale con le altre forze di polizia.

Le competenze necessarie per entrare a far parte del Comando speciale spaziano attraverso diversi ambiti. È indispensabile aver maturato una lunga esperienza nei reparti di controllo del territorio e avere capacità investigativa, oltre che naturalmente una specializzazione nel settore di pertinenza. Molti carabinieri sono infatti archeologi, storici dell’arte, architetti, musicologi, esperti nei campi della catalogazione e della ricerca informatica, grazie alla quale possono tenere sotto controllo i canali di e-commerce utilizzati per immettere sul mercato beni culturali di provenienza illecita.

Il Comando TPC assolve le sue funzioni di tutela e salvaguardia del patrimonio attraverso azioni e interventi di vario tipo: attività preventive, monitoraggio, interventi di recupero e iniziative mirate al servizio per il cittadino, alla formazione e alla sensibilizzazione.

In primo luogo risulta fondamentale la programmazione dell’attività preventiva nei siti archeologici terrestri e marini, nelle aree di interesse paesaggistico e in quelle sancite “Patrimonio Mondiale” UNESCO, così come nelle località di alta affluenza turistica. Allo stesso tempo è importante prevedere operazioni di verifica delle misure di sicurezza anticrimine adottate all’interno di siti, istituzioni culturali, musei, biblioteche, archivi.

In secondo luogo è necessario dedicarsi a un’operazione di monitoraggio attento e scrupoloso delle attività commerciali clandestine intraprese sia attraverso il mercato antiquario tradizionale, nella fattispecie fiere, mercati, mostre e cataloghi di case d’aste, che attraverso la rete internet dove spesso si pratica la compravendita di opere d’arte di provenienza illecita tramite siti di e-commerce e gallerie on-line. 

Reperti archeologici sequestrati dai carabinieri di Barletta

Queste costanti operazioni di controllo permettono di aggiornare la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, ove confluiscono tutte le informazioni relative ai reati che abbiano come oggetto i beni culturali in Italia e quelli che gli Stati Esteri chiedono appositamente di inserire per ampliare il raggio delle proprie ricerche nazionali.

La Banca Dati, fiore all’occhiello del reparto, conta oltre 1,2 milioni di oggetti rubati e quasi 700.000 immagini. Permette di verificare la piena liceità di beni esposti o in vendita e, pertanto, di rintracciare e porre sotto sequestro opere d’arte anche a distanza di anni dall’appropriazione illecita.

Il Comando si è occupato in prima persona anche di interventi di recupero e messa in sicurezza di beni culturali rimasti danneggiati nei siti monumentali e museali delle aree dell’Italia Centrale colpite dagli eventi sismici del 2016 e di Ischia, terremotata nell’agosto del 2017. In ambito internazionale, inoltre, lavorando in sinergia con i reparti di polizia esteri, ha ottenuto grandi risultati operativi con il rimpatrio di beni illecitamente sottratti al patrimonio nazionale.

Gli interventi di recupero, anche in ambito internazionale, sono affidate alla Task Force italiana “Unite4Heritage”, i cosiddetti “Caschi Blu della Cultura” di cui i Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale fanno parte insieme ad esperti del MIBACT. Questa Task Force guidata dall’UNESCO, o a richiesta di singoli Paesi, compie operazioni di salvaguardia e tutela del patrimonio culturale in aree e situazioni di crisi belliche o calamità naturali.

TPC

Il TPC ha intrapreso nel tempo anche una serie di iniziative mirate sia a sensibilizzare i cittadini al tema della tutela del patrimonio culturale e alla sua salvaguardia, che a permettere alla comunità di reperire informazioni utili e destreggiarsi nell’ambito del mercato dell’arte, tutelandosi in caso di transazioni commerciali poco limpide.

In quest’ottica può essere interpretata la creazione di alcune applicazioni come “iTPC”, per dispositivi mobili di ultima generazione, che permette di fruire dell’immenso serbatoio di informazioni rappresentato dalla “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti” grazie alla consultazione di oltre 24.000 reperti di elevato valore.

Il cittadino interessato a reperire informazioni circa un bene di valore, per poter gestire con consapevolezza una compra-vendita, potrà dunque consultare l’applicazione, comparare le immagini dei beni ricercati con il bene di riferimento e accedere, in ultima istanza, alla compilazione del modulo Object-ID, una sorta di documento d’identità dell’opera, utile per intraprendere una pratica di denuncia in caso di furto della stessa.

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Tra le numerose iniziative finalizzate alla divulgazione e alla sensibilizzazione si annoverano invece le attività di didattica ed educazione pianificate all’interno di istituti scolastici o museali. Lo scopo è quello non solo di sviluppare nelle nuove generazioni una maggior consapevolezza del contesto culturale di appartenenza, ma anche di stimolare un senso di responsabilità in termini di tutela e salvaguardia, supportato da una corretta informazione sul mondo dell’arte, gli scavi clandestini, le compravendite illecite, le archeomafie, le contraffazioni e gli strumenti preposti alla lotta al crimine.

Infine, è importante ricordare il ruolo formativo assunto dall’Arma dei Carabinieri quale promotrice della “cultura della legalità”, con l’illustrazione di competenze, tecniche e verifiche di sicurezza in contesti espositivi come musei, biblioteche e archivi.

I vari momenti divulgativi rappresentano inoltre l’occasione per esporre e far conoscere al vasto pubblico le numerose operazioni che il Comando ha condotto negli anni, sia in ambito nazionale che internazionale.

Tra i brillanti successi investigativi del TPC spicca l’Operazione TESEO, ricordata come il più grande recupero di beni archeologici della storia. Fra i risultati più significativi è però impossibile non citare il recupero di opere quali il cratere di Euphronios, la statua di Vibia Sabina, il Trapezophoros di Ascoli Satriano con grifoni, e poi i dipinti «La muta» di Raffaello, «Il giardiniere» di van Gogh e la «Sacra Famiglia con una Santa» di Mantegna. Senza dubbio di grande rilievo è stato anche il recupero del «Foglio di Salterio» del XV secolo, del famoso «Volto d’avorio» d’epoca romana e della Triade Capitolina, ritrovata dopo due anni dal trafugamento e restituita al Museo Lanciani del comune di Guidonia-Montecelio, da dove proviene.

Questi sono solo alcuni degli straordinari capolavori che il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale ha sottratto al mercato clandestino e restituito alla collettività negli ultimi cinquant’anni.

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