La figura del “tombarolo”: eroe o criminale?

Quando si parla di “tombaroli”, i nostri interlocutori ricollegano questo termine ad una figura, solitamente eroica e coraggiosa, che affronta pericoli e difficoltà per salvare oggetti di importanza straordinaria da un nemico e/o da una circostanza rischiosa

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A rafforzare questo concetto è intervenuta una lunga tradizione letteraria e filmografica, incentrata principalmente sulle avventure di alcuni eroi, come ad esempio Indiana Jones e Tomb Raider, i quali, dotati rispettivamente di frusta e pistole, sono in costante ricerca di tesori perduti e templi abbandonati.

Tombaroli che sondano il terreno con uno spillone durante una ricognizione

Tuttavia, la realtà è ben diversa da questo immaginario e i protagonisti di siffatte vicende sono personaggi tutt’altro che romantici e mossi da nobili valori.
Difatti, i tombaroli non sono altro che ladri con una peculiare specializzazione, la cui attività consiste nel violare siti archeologici al fine di sottrarre illecitamente reperti che vengono venduti ed immessi nel mercato nero del collezionismo.
Esperti della storia locale e profondi conoscitori del territorio in cui vivono, i tombaroli considerano questa attività un vero e proprio lavoro, le cui metodologie, strategie e “dritte” vengono tramandate di padre in figlio da decenni.
Essi costituiscono la solida base della piramide del traffico illecito: sono coloro che, nonostante il grande rischio che corrono durante i loro scavi e furti, traggono pochissimi benefici economici dal loro mestiere.

tomb

Il tombarolo solitamente opera organizzandosi in vere e proprie squadre di scavo ed è equipaggiato con diversi dispositivi di ricerca, dai più rudimentali, quali spilloni e vanghe, ai più sofisticati, come sonde e metal detector.

Addirittura, alcuni di loro hanno avuto l’ardire di diffondere la loro attività, mettendola nero su bianco: basti pensare al libro “Tombaroli si nasce”, incentrato sull’avventurosa vita di Gismondo Tagliaferri e sulla sua opera di scavo nel territorio di Vulci (VT).

Alla luce di ciò, come si può ancora oggi idealizzare romanticamente una figura che da decenni sottrae Beni Culturali allo Stato e alla cittadinanza italiana e che, di fatto, costituisce una parte integrante e fondamentale di una associazione per delinquere?

 

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